Quante sfumature, quanti significati diversi abbiamo trovato per definire la creatività durante il nostro viaggio con Intervista col creativo!.
Innumerevoli certo , ma tutti calzanti, tutti giusti , perché è impossibile imprigionare la creatività in una definizione scarna e ragionevole.
Creare è come giocare , questo pensa Francesca la nostra ospite di oggi.
Francesca |
Eccovi la sua intervista .
D. Francy ti do il benvenuto ad
Intervista col creativo! Si nasce o si diventa creativi? Francy è
sempre stata creativa?
Innanzitutto Clelia,
voglio ringraziarti per avermi dato la possibilità di raccontarmi e
di raccontare il mondo di “Cose di Francy”.
Secondo me si nasce
creativi, è un dono che si ha fin dalla nascita, può capitare che
lo lasciamo inespresso oppure lo coltiviamo.
Mi viene in mente quando
ero bambina, mentre sentivo la musica (fin da piccola ho ascoltato
musica classica), immaginavo che ci fossero dei ballerini di fronte a
me che danzassero e creassero delle incredibili coreografie,
immaginavo di essere in un teatro, in una atmosfera sognante, dove
tutto poteva accadere.
Era liberatorio, sentivo un profondo stato di
pace e tranquillità!
D. Ho letto che hai seguito un
percorso di studi molto particolare : è evidente che sei una persona
eclettica , che sa adattarsi e dalle spiccate qualità . Eppure parli
di un percorso doloroso e deludente. Ti va di raccontarci qualcosa?
Mi sono laureata a
Venezia, allo IUAV, in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici
e Ambientali, un corso di laurea che a mio parere è stato molto
interessante e costruttivo.
Ho potuto studiare con i migliori
professori, e capire in tutte le sue sfaccettature cosa significasse
Storia dell’Architettura e Restauro.
Subito dopo la laurea ho avuto
l’opportunità di poter lavorare a fianco di mio padre in uno
studio di ingegneria.
Ho imparato altre cose, un altro mondo
differente dal mio e per dare valore, una testimonianza a quello che
avevo imparato, ho sentito la necessità di rimettermi a studiare
seguendo un corso serale come Perito elettrotecnico.
Non sono stata
accolta bene dai professori ,sia perché lavoravo in un campo che non
era mio, sia perché ero donna. Ho dovuto capire con il tempo che
non era la mia strada.
Da questa esperienza così
difficile ne ho tratto una profonda ricchezza.
Ho capito che la vita
va avanti, ci si deve rialzare e ricominciare, ma soprattutto ho scoperto quanto
fosse rigenerante studiare.
Amo imparare, capire il perché delle
cose e non fermarmi alla prima risposta. In fondo è mantenersi
sempre bambini e stupirsi ogni volta di poter scoprire qualcosa di
nuovo. Quanto è bello imparare: capire che dietro una porta c’è
ancora tantissimo da scoprire! È entusiasmante!
Credo che sia questo il
grande dono che mio padre mi ha lasciato: ancora nei suoi 80 anni
studia, impara, ricerca.
Certo, adesso io lo faccio in un altro ambito,
ma quello che possiamo condividere ancora è la passione per la
conoscenza.
D. E ora veniamo alla tua passione
per le stoffe: perché proprio i tessuti e il cucito hanno
solleticato la tua fantasia e il tuo estro?
Mi viene da ridere,
perché è stato casuale.
Mi sono trovata un’estate senza lavoro e
mia mamma mi aveva comprato una macchina da cucire. Sempre lei e mia
suocera, mi avevano dato della stoffa, cosa farci?
Ho pensato di
realizzare una tovaglia. Ho usato per il piano del cotone antico,
grezzo, resistente (questo tessuto oggi è praticamente introvabile)
datomi da mia madre ( che in moltissime occasioni rappresenta una
miniera d’oro perché ha tantissime stoffe, nastri ecc...) e per
decorarla ho unito i cataloghi Biggie Best regalatami da mia suocera
(è una stoffa di cotone pregiata che al metro costa intorno ai 25
euro!) creando due lunghe strisce che unite al tessuto bianco hanno
formato insieme un’allegra tovaglia.
Non ancora contenta, dagli
avanzi dei vari tessuti ho creato delle tovagliette più piccole per
i tavolini del soggiorno.
Il lavoro è stato molto
impegnativo, ma la mia Brother mi ha accompagnato egregiamente.
Ancora queste tovaglie le uso.
Quando apparecchio la tavola con
questa tovaglia mi emoziono ancora, perché ripenso a come è cominciato tutto: unire pezzi di stoffa, giocando con le diverse fantasie.
D. Diresti che il tuo amore per la
storia del nostro patrimonio artistico abbia influenzato le tue
successive scelte di riutilizzo e riqualificazione di materiali?
Assolutamente si.
Conoscere significa capire e apprezzare il valore di un manufatto o
edificio.
Ecco perché è importante studiare: se non conosciamo non
capiamo.
Riportare alla luce un manufatto , non solo ha un valore
intrinseco in se, ma ci permette di conoscere tutto il mondo che lo
circonda.
In ambito storico artistico, nella nostra amata Italia,
conoscere significa amare il nostro territorio, mantenerlo e
rispettarlo.
Spesso i più grandi errori si compiono per ignoranza e
pigrizia.
Se un tempo un edificio era utilizzato come dimora, oggi
non significa che non ne dobbiamo godere più: senz’altro lo faremo in maniera
diversa da un tempo (come museo per esempio), riqualificandolo e
rispettando la sua originaria destinazione senza stravolgerlo
totalmente.
In maniera analoga accade
con i tessuti: spesso vengono buttati o messi da parte, senza dargli
loro un’altra possibilità: un jeans può diventare una pochette,
una borsa; le magliette o gli asciugamani possono trasformarsi in pratici tappeti...e così
via.
D. Parlaci di come nasce un tuo
progetto creativo
Come quando ero bambina,
tutto nasce dall’ immaginazione, da una precisa idea che ho in
mente.
Lì comincia la ricerca nelle varie scatole di stoffa che
possiedo. Ritorno bambina e incomincio a giocare: provo gli
accostamenti, come assemblarle, poi se non sono molto convinta della
soluzione che trovo, cerco sul web, perché lavorando con campionari
di stoffa realizzo dei pezzi unici.
Generalmente mi accade
che vedo prima nella mia mente, quello che voglio realizzare, e poi
lo costruisco.
D. Perché scrivere un blog ? Come
è scaturita in te l'idea di scrivere le tue "storie" e
condividerle sul web ?
L’idea del blog è nata
dal fatto che volevo dare un po' di ordine alle cose che realizzo, ai materiali che uso, ecc…
Ho imparato a creare
borse guardando YouTube, ovvero da altre persone che hanno condiviso
le loro conoscenze.
Condividendo si cresce e si crea qualcosa di
originale.
Mi piace condividere per
dare il mio piccolo contributo a questo grande mondo e chissà,
riuscire sia ad incuriosire che poter aiutare a risolvere un piccolo
ostacolo.
D. Oggi potresti dire di sentirti
realizzata?
Si, finalmente lo posso
dire. Posso dire di sentirmi serena perché faccio quello che mi
piace fare: creare.
Non ci sono limiti, perché ogni creazione è
diversa da un’altra e studio sempre.
Quante cose ancora ho da
scoprire!!!
D. Quali sono i sogni di Francesca
Che bella domanda! Qui si
apre il sogno nel sogno!
Allora: innanzitutto
continuare a fare quello che faccio, poi riuscire con questo lavoro (
perché… in piccolo già riesco a vendere le mie creazioni) ad
avere un negozio non solo online, ma anche fisico.
Altri sogni? Conoscere e
non fermarmi mai. Sono e desidero essere in continuo movimento.
D. Perché , secondo te , le donne
amano le borse?
Secondo me, le borse sono
un prolungamento della nostra personalità. I modelli sono infiniti
come le mille sfaccettature delle donne.
Con quest’accessorio
possiamo permetterci di essere quello che
vogliamo, senza eccedere: stravaganti, iper colorate, romantiche, dare l’impressione
di essere rigide e distaccate, pratiche e pronte ad ogni occorrenza,
sognatrici...possiamo, con una borsa , esprimere l’immagine che vogliono trasmettere agli altri.
È altrettanto vero che ogni borsa può essere destinata ad una precisa occasione, per questo le donne cambiano borsa, non siamo sempre uguali, nell’arco della giornata e delle stagioni:: in inverno possiamo desiderare di avere colore (io ne possiedo una rossa) o adeguarci ad uno stile più sobrio, in primavera e in estate i colori e i materiali cambiano, diventano i protagonisti, oppure scegliere una borsa sofisticata per la sera.
Dietro ad una borsa c’è
tutto un mondo variopinto e complesso che portiamo con noi e lo
manifestiamo agli altri.
D. Ti va di regalarci un piccolo
progetto per la prossima Pasqua: un lavoretto che possiamo fare
anche noi seguendo i tuoi consigli?
Certo! Ho pensato di realizzare un casetta da appendere alla porta in
tema pasquale con la tecnica del ricamo a mano libera o free hand
machine.
È una tecnica che mi sta appassionando parecchio perché ti permette
di riutilizzare i piccoli ritagli che rimangono dalle varie
lavorazioni.
Illustrazione 1 : il davanti del lavoro dove ricamerò |
Illustrazione 2 : il retro del lavoro trapuntato |
Innanzitutto, dopo ho realizzato il cartamodello di ciò che volevo
fare, ho ritagliato la stoffa e l’imbottitura, che mi permetterà
di dare una certa rigidezza una volta che avrò assemblato tutto.
Illustrazione 3 : il piedino per trapuntare e per il free motion (foto dal web) |
Con
il piedino da ricamo e abbassando il trasporto della macchina da
cucire, ho reso solido il retro della stoffa con l'imbottitura,
disegnando una linea che non s’interrompe mai, creando un gioco di
forme. Questo l’ho eseguito non solo per decorare il retro del
lavoro, ma anche perché mi piace pensare che se s’impolvera, lo
posso tranquillamente mettere in lavatrice, senza per questo
rovinarsi o spostarsi l’imbottitura. Penso sempre che una casa sia
bello decorarla, ma anche la praticità degli elementi decorativi.
Illustrazione 4 : la casetta completata |
Ho ritagliato i vari pezzi che comporranno la mia composizione sulla
stoffa utilizzando una carta termo adesiva e facendo aderire al
supporto con il ferro da stiro ( senza vapore mi raccomando!).
Sempre con il piedino del ricamo a mano libera e con il filo nero ho
ricamato. Alle finestre e sul bordo del tetto ho aggiunto del
merletto.
Illustrazione 5 : particolare |
In seguito ho applicato la fettuccia per appenderlo, e per assemblare
le due parti ho utilizzato il piedino doppio trasporto. Quest’ultimo
è indispensabile nel cucito creativo perché avendo molti strati di
stoffa, ti permette di cucire tutto il sandwich perfettamente, senza
che ci siano sbavature.
Illustrazione 6 : piedino doppio trasporto (foto dal web) |
Illustrazione 7 : particolare |
Illustrazione 8 : Particolare |
Ho lasciato un’apertura in alto per risvoltare che successivamente
ho richiuso con la macchina da cucire. Infine ho aggiunto un fiocco
in raso con un bottone (di riciclo ovviamente!) per completare il
tutto, ed eccolo terminata questa casetta da appendere alla porta!
A tutti Buona Pasqua!
Illustrazione 9 : il retro della casetta |
Vi auguro un fine settimana sereno e pieno di tutto quello che vi piace di più!
Un abbraccio a tutti
Clelia
Intervista col creativo! è anche su latina corriere.it
eccezionale!!! passerò sul blog *.*
RispondiEliminacara clelia approposito ho letto solo ieri la tua mail....perdonami!!!!
Ciao cara , grazie.
EliminaPer la mail non preoccuparti fai con calma ..io sono qui.
Un abbraccio
Clelia
Bellissima intervista! Passerò a conoscere meglio questa affascinante creativa. Buon fine settimana
RispondiEliminaGrazie di cuore! Passa perchè merita davvero!
EliminaUn buon inizio di settimana a te
baci
Clelia
Ciao Clelia, complimenti, un'intervista bellissima per una persona altrettanto bella! Bacioni
RispondiEliminaSy
Grazie cara Sy...come sempre a rendere belle le interviste siete solo e soltanto voi con la vostra speciale personalità creativa.
EliminaUn caro abbraccio
Clelia
Complimenti ad entrambe ! La vostra è un'intervista variopinta e colorata come le cose di Francy 😉🌈
RispondiEliminaCara Simona grazie di cuore! Mi piace pensare che l'intervista possa trasmettervi la gioia e le emozioni dei colori!
EliminaFrancesca è bravissima a illuminare tutto con la sua positività e la sua forza creativa!
Un abbraccio
Clelia
Grazie mille a Tutte!!! E' stato un vero piacere fare quest'intervista! un caro abbraccio
RispondiEliminaBeh Francesca che dire ? Hai portato nel mio blog emozioni forti quali la passione , la forza , la determinazione ! Ci hai ispirato ! Sei una bella persona e posso solo ringraziarti per avere accettato il mio invito
EliminaUn abbraccio
Clelia