I MIEI LETTORI

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venerdì 6 ottobre 2017

La casa viola. Dodicesimo capitolo

Buon venerdì miei cari lettori.

E' da troppo tempo che ho smesso di pubblicare il seguito del mio racconto a puntate.

Ma eccomi finalmente ( o purtroppo , chi lo sa ☺) tornata con il dodicesimo capitolo .

Come al solito vi lascio i link ai capitoli precedenti per riprendere il filo o per iniziare a leggerli qualora fosse la prima volta che vi imbattete nel mio blog.

CAPITOLO PRIMO













Non mi resta che augurarvi buona lettura e buon fine settimana.


Capitolo 12

L'acqua calda non era riuscita ad alleviare l'inquietudine .

Avvolta nell'asciugamano si lasciò cadere sul letto e rimase a fissare il soffitto per qualche minuto: avrebbe voluto avere il tempo di rilassarsi  e lasciar correre i pensieri.

Ma così non era.

Si alzò, asciugò in fretta i capelli e si vestì.

Pronta a scendere per iniziare la sua giornata di lavoro , esitò qualche istante in cima alla scala . Quindi si voltò e salì al piano superiore.

Restò immobile , davanti alla porta dello studio di Marco qualche secondo. Poi prese la chiave , che da giorni teneva sempre con sé, in attesa di trovare il coraggio di aprire e varcare la soglia di quella stanza dove (ne era sicura) avrebbe trovato parte delle risposte di cui aveva un disperato bisogno.

Aprì l'armadio in cerca della giacca blu ma, soprattutto, in cerca del biglietto di cui Marco aveva parlato nel taccuino.

Trovarlo le provocò sconcerto ma dentro di sé  aveva sempre saputo che quella ricerca sarebbe stata fruttuosa.

Rimase alcuni istanti sul letto , con il biglietto tra le mani finché si decise a leggerne il contenuto.

Riconobbe subito la calligrafia disordinata di Marco.

Sei stata la luce della mia vita! L'unico vero amore. Ma ora devi seguire la tua strada ed il tuo cuore. Non guardarti indietro , mai! Cerca anche tu la tua luce: voglio ricordarti ,sempre, con il sorriso che mi ha conquistato e saperti felice! Forse sarò solo un vecchio romantico...ma sono certo che tu ed Alessandro potrete avere ancora una possibilità.
Spero tu possa perdonare la teatralità di questo mio ultimo pensiero per te: la fantasia e l'immaginazione sono sempre state le mie uniche risorse. Lo sai, così come sai che ti ho amato con tutte le mie forze e non smetterò mai di farlo.
Tu però hai ancora tanta strada da percorrere e io non potrò più condividerla con te. Sei libera e soprattutto sei viva! Promettimi che non vivrai di soli ricordi. La vita ha bisogno di novità , di scoperte e di emozioni continue....
Grazie per tutti gli anni meravigliosi che mi hai regalato...
Non avrei potuto immaginare vita più intensa ...

Qui la lettera si interrompeva : la grafia insicura rivelava tutta la sofferenza che Marco doveva aver provato nello scrivere quelle parole. Le parole d'amore più belle che mai nessuno le aveva detto.

Tutta la tensione, la malinconia e il dolore di quell'ultimo anno si sciolsero in un pianto liberatorio. 

***


Dalla finestra della sua stanza Fabrizio vide Claudia seduta sul dondolo .

Se ne stava lì già da diverso tempo , stringendosi nello scialle e con lo sguardo perso nel buio . Il lago era un'indefinita massa scura , immobile, appena rischiarata dalla luna.

Sentì i passi sui ciottoli del viale e si voltò di scatto.

Scusa ...non volevo spaventarti” Disse Fabrizio avvicinandosi e raggiungendola sotto il patio.

 Gli sorrise e gli fece cenno di accomodarsi sul dondolo con lei, lasciandogli spazio.

Fa freddino stasera...”

Già...” rispose l'uomo sorridendo “Per questo sono venuto in tuo soccorso”

Solo allora Claudia si accorse che Fabrizio aveva tra le mani un plaid e una bottiglia con un paio di bicchieri.

Hai avuto un'ottima idea! Ci vuole proprio qualcosa di forte” Disse lei prendendo uno dei bicchieri e aspettando che lui lo riempisse.

Iniziò a sorseggiare il liquore che le arrivò allo stomaco come un pugno : non aveva mangiato granché quella sera. Ma apprezzò il calore che subito le trasmise.

Fabrizio si sedette coprendola con il plaid. 

cosa c'è che non va ?” chiese poi , senza troppi giri di parole


Li legava un 'amicizia discreta ma di lunga data, tanto da permettergli di capirla al prima sguardo.

Claudia non rimase sorpresa dalla sua domanda così diretta.

Anzi, fu come se avesse sperato che lui gliela porgesse.

Si lasciò andare , raccontando tutto quello che le era accaduto in quegli ultimi giorni . Travolgendolo con le sue emozioni .

Parlò, e bevve . Bevve e parlò finché non ebbe più parole né la forza per pronunciarle.

Fabrizio rimase ad ascoltarla in silenzio. Lasciò che buttasse fuori tutto quello che la faceva star male . Attese che la tempesta si placasse e solo allora le offrì un abbraccio . Un porto nel quale trovare momentaneo rifugio .

A Claudia ora girava forte la testa e sentiva la nausea salire .

Si alzò di scatto facendo cadere a terra il plaid e scusandosi si allontanò barcollando .

L'uomo tentò invano di trattenerla.  Si allontanò e scomparve dentro il casale in un attimo.

Fabrizio restò da solo nel buio e tornò a sedersi sul dondolo , versandosi l'ultimo goccio di liquore.

Claudia non riuscì neppure a raggiungere la sua stanza . Si gettò direttamente in uno dei bagni al piano terra e vomitò tutta quella pesante giornata.

***

La  mattina successiva si svegliò tardi e con un prevedibile  forte mal di testa : fortunatamente prima di andare a dormire era riuscita a lasciare un biglietto ad Anna con il quale si scusava e le chiedeva di occuparsi lei di tutto per l'indomani con la promessa che le avrebbe poi spiegato ogni cosa.

Indugiò sotto le coperte ,l'aria sfatta e gli occhi arrossati.

Dalla persiane filtrava una luce tenue, segno che non doveva essere una giornata di sole.

Finalmente decise di alzarsi per buttarsi direttamente sotto la doccia.

Mentre l'acqua calda le scorreva addosso  realizzò che ora sapeva cosa fare con Alessandro.

Ancora avvolta nell'asciugamano con i capelli bagnati che gocciolavano sul telefonino gli inviò un messaggio anticipando l'appuntamento della sera a pranzo: non voleva aspettare ancora e perdere quel poco di coraggio che sentiva di aver ritrovato.  

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mercoledì 4 ottobre 2017

Un tè con l'autore: Oggi incontriamo Filippo Semplici

L'autore che voglio presentarvi oggi ha un vero e proprio talento nello spaventare i lettori.

E non perché scriva talmente male da farli fuggire! Tutt'altro: è un maestro con le parole ed ha una grande capacità descrittiva. Sa come tenere il lettore inchiodato sulla sedia e farlo saltare all'improvviso , mentre si perde tra le pagine della storia che sta raccontando.

Posso dirlo per esperienza , perché questo è capitato a me leggendo il suo ultimo lavoro.

Vi presento dunque Filippo Semplici : sono sicura che dopo aver preso il tè con lui , morirete dalla voglia di leggerlo.


Benvenuto Filippo. Raccontaci qualcosa di te e di come hai scoperto che scrivere avrebbe fatto per sempre parte della tua vita.

Ciao Clelia. 

Innanzitutto ti voglio ringraziare per avermi ospitato nel tuo blog, una gentilezza che non dimenticherò e che ricambierò quando vorrai. 

Parlando di me, che dire? 

Ho iniziato a scrivere a quattordici anni su una vecchia macchina da scrivere e ricordo il mio primo racconto con imbarazzo; con l’esperienza di oggi, capisco come mai nessun editore lo volesse pubblicare!
 
A parte questo, non c’è stato un momento preciso in cui ho capito che scrivere sarebbe diventato parte della mia vita, piuttosto la strana consapevolezza che se non lo avessi fatto, sarei stato peggio. 


Così ho continuato, finché sono arrivati i buoni risultati, insieme a quelli cattivi, che sono stati nettamente di più!

Il tuo blog "Nero su bianco" è una vera e propria miniera d'oro di consigli e dritte di ogni genere per gli scrittori esordienti : perché mettere a disposizione di chiunque la propria esperienza ? Allora non è vero che viviamo in un'epoca individualista ed egoista?

Sei troppo buona parlando del mio blog. Sul web ne trovi a decine migliori del mio. 

E’ qualcosa in cui credo, questo sì, e che ho deciso di far crescere come un figlio. Spero solo di star facendo un buon lavoro. 

Perché l’ho fatto? 

Perché credo nella condivisione e nel sostegno reciproco. Se noi autori emergenti ci facciamo la guerra gli uni gli altri, risicando o rosicando sui risultati altrui, non faremo che affossarci a vicenda. 

Se invece ci teniamo "tutti per mano", riusciremo a sopravvivere e galleggiare in questo mondo inquinato dell’editoria. 

Per questo ho deciso di parlare di quello che conosco, mettendo a disposizione la mia esperienza e uno spazio virtuale per chi vorrà approfittarne.


C'è un momento particolare della tua giornata che dedichi alla scrittura ,oppure prendi appunti come puoi e dovunque ti trovi ?

Scrivo alla sera, dopo cena, dalle nove (se riesco), fino a mezzanotte. 

E’ dura, non lo nascondo, perché dopo una giornata di lavoro avrei voglia di riposare. Ma che vuoi farci? La voglia di scrivere è più forte. 

Se prendo appunti? Ovunque, e con ogni mezzo: carta e penna, iPhone, registratore vocale.

Quando mi viene in mente un’idea non posso lasciarla scappare solo perché non ho modo di appuntarla. Non me lo perdonerei mai.

C'è un sogno che vorresti veder realizzato o , magari , più di uno?

Uno solo: come dice lo slogan del mio blog, “scrivere per vivere”, ovvero fare della scrittura il mio lavoro quotidiano. 

Non ho altro da chiedere alla vita, tranne la salute, s’intende.

Quanto è importante sognare e saper sognare?

Per me è tutto.

Se smettessi di farlo, smetterei di scrivere. 

A chi mi critica di fantasticare troppo, o di credere in cose impossibili, faccio sempre lo stesso esempio: oggi il cielo é solcato da aerei di ogni tipo, macchine volanti che Leonardo Da Vinci aveva ipotizzato secoli prima. 

A quei tempi ci sarà stato di certo chi avrà pensato “Questo è matto”, ma oggi il suo sogno, la sua Idea, è realtà. Qualcuno l’ha presa e l’ha realizzata. 

Ecco perché il sogno è vita.
 
Bisogna diffidare dall’ipocrisia umana, non dai sogni!

Uno scrittore è un uomo libero?

Be’, dipende.
Dal punto di vista sentimentale non saprei, ognuno sceglie la sua vita. 

Dal punto di vista professionale credo che scrivere rappresenti la libertà, in un certo senso, ma anche una condanna, perché non riesci più a farne a meno. 

E’ una prigione dorata in cui non ti manca nulla, vivi bene, ma ne sei comunque prigioniero.

La scrittura è più magia o più mestiere?

Non apprezzo la scrittura esercitata solo per “mestiere” perché l’autore finisce per diventare un mercenario che scrive cose che non sente, e che servono solo a vendere più copie.
 
Apprezzo invece la via di mezzo, che è quella più difficile, e che in pochi hanno saputo realizzare: unire passione a professione, ovvero riuscire a far piacere quello che si scrive, in modo da farlo diventare il proprio lavoro, senza doversi “vendere” a nessuno.

Per il momento, io non rientro in nessuno dei due casi!

Parlaci della la tua passione per i gialli e l'horror

Se vi dicessi che il mio primo film horror l’ho visto in prima elementare, forse non mi credereste, e si vi dicessi che si trattava de “La casa”, probabilmente accusereste i miei genitori di pregresso abbandono di minore. 

In realtà l’amore per la paura e il mistero ce l'ho nel sangue da sempre, non sono mai riuscito a disintossicarmene, ed è diventato il mio marchio di fabbrica.
 
Mi piace spaventare e spaventarmi, mi piace immaginare situazioni assurde e terrificanti, mi piace sperimentare nella paura.
 
Come dico sempre, la realtà è banale, la conosco e la vivo tutti i giorni.

Meglio il magico mondo della fantasia e dei mostri, che spesso sono più innocui degli uomini. 

Hai mai avuto un blocco da foglio bianco ?

Un blocco vero e proprio no, ma per motivi personali o lavorativi, sono stato distante dalla scrittura per diversi anni. 

Appena ho potuto, però, mi sono messo in pari.

Ci racconti come nasce l'idea per una storia ?

Bella domanda. 
La risposta, credimi, è difficile. 

Quando ho scritto Il giorno dei morti, per esempio, l’idea è nata dal titolo.

Non so perché, ma quel titolo mi ronzava in testa e non avevo idea di cosa significasse, finché non ho cominciato a scrivere una storia che potesse calzargli a pennello. 

In altri casi invece l’idea è nata da una situazione, da un’emozione, da una domanda.

Riconosco le idee buone da quelle pessime quando dopo qualche mese se ne stanno ancora lì, ferme nella mia testa, ad aspettare di essere sviluppate.

Così mi sento in colpa per averle trascurate, e comincio a lavorarci appena posso. 

I personaggi delle tue storie sono tutti frutto della tua fantasia o hanno nella vita reale un loro gemello?

Fino ad oggi i personaggi sono stati tutti frutto di fantasia. 

Non ho mai trovato nessuno di così interessante da meritare di finire in una storia, e forse è meglio così, visto che spesso i miei personaggi fanno una brutta fine.

L’unica eccezione è in “Senza paura, romanzo breve in cui mi sono ispirato a una figura leggendaria e paurosa del mio paese, vissuta veramente e che mio nonno usava come babau per spaventarmi da bambino.


cinque consigli che daresti a chi vuole fare della scrittura il proprio lavoro.

Ci provo, anche perché sono quelli che seguo ogni giorno:

1) Crederci davvero.
2) Leggere tutti i giorni.
3) Scrivere tutti i giorni.
4) Non smettere mai di chiedersi e domandarsi.
5) Ignorare chi dice “Non ce la farai”.

Si scrive per gli altri o per se stessi?

Ho conosciuto molti autori che dicono di scrivere per se stessi, e in certi casi si vede: le loro storie fanno pena e sono grammaticalmente scorrette o peggio. Quindi solo loro possono esserne orgogliosi, infatti.

Io credo invece che per essere davvero apprezzati, si debba scrivere per un pubblico. Il giudizio altrui è l’unico mezzo che abbiamo per capire se valiamo qualcosa oppure no, perché è troppo facile scrivere per noi stessi e compiacersene. Che merito abbiamo?

Qualunque forma d’arte, per brillare, dev’essere ammirata da un pubblico, ma attenzione: scrivere per gli altri non significa vendersi.
 
Dobbiamo essere bravi a restare noi stessi e allo stesso tempo piacere ai lettori.

Mica facile.

Infine, è uscito il tuo nuovo libro : ti va di parlarcene?

Eccome.

Si intitola “Ti guarderò morire”, ed è un action thriller ambientato in Toscana, la mia terra.
 
Si entra quasi subito nel vivo della storia, non ho lasciato molto spazio a momenti di tranquillità, ho voluto creare una storia piuttosto adrenalinica che trascini direttamente verso il finale. 

E' un libro abbastanza crudo, dove non sono risparmiate scene di violenza. 

Mischia la rabbia per le ingiustizie che al giorno d’oggi sembrano troneggiare nei fatti di cronaca nera, a oscure leggende urbane che circolane nel web e che fanno rabbrividire. 

Quando ho deciso di approfondirle, ho scoperto delle realtà molto più inquietanti (e vere) di quel che pensavo. 

Ecco perché ho voluto scrivere questo libro. 

Nel frattempo sono già al lavoro sul suo seguito. 

Se permetti, ti lascio il link al mio blog www.filipposemplici.com e quello che porta dritto alla pagina del libro, dove trovare informazioni di ogni tipo, e link all’acquisto: https://filipposemplici.com/ti-guardero-morire/


Ecco qui , inoltre , tutti i link che vi saranno utili se vorrete seguire Filippo e non perdervi nessuna delle sue prossime storie.


Cos'altro potrei aggiungere? Solo un suggerimento: provate a leggere Ti guarderò morire mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. 

Baci e ...a prestissimo!

Clelia

intervista presente anche su latinacorriere.it    

giovedì 31 agosto 2017

Un tè con l'autore: Incontriamo Leonardo Patrignani

Sono tornata. Le vacanze, purtroppo,  sono finite.

Come sempre non ho tenuto fede neppure ad uno dei programmi che mi ero prefissata di seguire in questi giorni di stacco totale dalla routine.

D'altra parte le vacanze sono fatte anche per questo no? Trasgredire a tutte le regole , nessuna esclusa :-)

E così, volevo finire il mio romanzo e a malapena sono riuscita a rileggere quanto scritto e correggerlo (più lo leggo e più penso che forse dovrei rinunciare a questo progetto.Ma sono testarda e persevero)

Volevo leggere tutti i libri che avevo sul comodino in attesa da mesi e ne ho letto soltanto uno (ve ne parlerò)

Insomma, come sempre fiasco totale su tutta la programmazione :-)


Però , non ho smesso di cercare autori , o creativi da intervistare e quindi eccomi qui con un autore che forse voi già conoscete , e che io ho scoperto invece per caso, restandone molto colpita.

Autore di  Multiversum , una saga di successo edita da Mondadori , ha accettato di raccontarsi,  e quindi è con vera emozione che vi presento Leonardo Patrignani.

D. Benvenuto ad "Un tè con l'autore" Leonardo.  Ho scoperto che, oltre che scrittore sei anche un musicista , nonché autore di canzoni. Vorresti raccontarci qualcosa di te?

Ho sempre cercato di esprimermi attraverso le arti. In particolar modo musica e scrittura, passando attraverso recitazione teatrale e doppiaggio. Dal 1999 al 2004 sono stato cantante e autore di una heavy metalband chiamata Beholder, con cui ho pubblicato tre dischi. 

Anni indimenticabili, pieni di energia. 

Ma la scrittura ha sempre fatto parte della mia vita, sin da quando ero piccolo e inventavo fumetti western o provavo a scrivere i primi brevi racconti con la Olivetti Lettera 35, ormai un oggetto vintage.

D. Il tuo "There" diventerà un film: quali emozioni suscita in te l'idea di vedere una tua storia sul grande schermo?

Ho un approccio piuttosto "cinematografico" alla scrittura, quindi sono sempre curioso di vedere come un mio romanzo possa trasformarsi in una sceneggiatura.

Il discorso a proposito di There non è così semplice come sembra. 

La strada è lunga e in salita, e va detto che vendere l'opzione sui diritti cinema non significa automaticamente ritrovarsi sul set il mese dopo. 

Ma incrociamo le dita, sarebbe una sfida davvero affascinante e il tema è universale, per qualsiasi genere di spettatore.

D. Uno scrittore quali super poteri ha? Come potrebbe cambiare e salvare il mondo?

Le parole sono tutto nella vita. Possono spostare equilibri mondiali. Possono dare speranza, aiutare in un momento difficile, motivare, oppure distruggere, far stare male, far sentire a disagio. 

L'uso che ne facciamo è cruciale per la nostra storia personale e per quella dell'intero pianeta.

Un autore può senza dubbio trasmettere messaggi importanti, utilizzando il mezzo narrativo per comunicare ai propri lettori la sua visione del mondo. 

Direi che non è male, come superpotere, riuscire a penetrare nella mente di una persona che non si conosce neanche, e magari influenzarne i pensieri.

D. Il tuo ultimo lavoro "Time Deal": fantascienza , amore, adrenalina . Portaci con te ad Aurora...

Siamo in un'isola nel mezzo del pacifico. Un luogo di sopravvissuti, a seguito di una guerra nucleare che pare aver spazzato via il resto degli abitanti del pianeta. 

Qui si scopre e viene diffuso un farmaco in grado di arrestare l'invecchiamento cellulare e donare una vita potenzialmente eterna. 

Di fronte al dilemma di accettare o meno un percorso irreversibile del genere, la metropoli si spacca in due, e seguiremo le vicende di alcuni ragazzi e dei loro antagonisti, ovvero i vertici di una casa farmaceutica che stanno pian piano prendendo il controllo dell'intera isola, e di conseguenza del mondo. 

D. Chi è Leonardo nella vita di tutti i giorni?

Un padre di due splendidi bambini, e dunque un marito e in un certo senso un "uomo di casa", visto che lavoro ogni giorno al mio computer, nel paese in cui abito, e non ho un vero e proprio ufficio da raggiungere nel mezzo della giungla cittadina milanese. 

Il tempo che non trascorro tra i libri, lo dedico solitamente ai bambini e a mia moglie. 

Ma gioco anche a calcio, divoro serie su Netflix, non perdo occasione per un pranzo a base di sushi... 

D. Quando e come nasce l'idea per una nuova storia?

È una scintilla che scatta spesso quando meno te l'aspetti, mentre stai facendo qualcosa di abitudinario e il tuo cervello è evidentemente altrove in cerca di ispirazione. 

Da quel seme nasce una riflessione più attenta sull'eventuale sviluppo, e da quella riflessione scaturisce un primo confronto "di mercato" con il tuo agente letterario, o con qualche collega fidato a cui racconti anche il singolo spunto, per capire se può rappresentare l'innesco di una vera storia. 

La scintilla è magia. Tutto il resto è mestiere. 

D. Pensi mai a quando, magari tra mille anni, i tuoi libri capiteranno tra le mani di un lettore del futuro?

Mi è capitato di pensarci di recente, mentre riflettevo sul Time Deal e sulle tematiche ambientali relative al surriscaldamento globale e all'inquinamento. 

Non oso immaginare come sarà messo questo pianeta tra cent'anni. 

Magari per un lettore del futuro la mia soffocante ambientazione sarà una spiacevole abitudine. 

Forse, in quel caso, ci sarà davvero bisogno di un biglietto per Aurora.

Vi lascio alla scoperta di Aurora e del mondo di Leonardo .


A presto 


Clelia

Intervista pubblicata anche su latinacorriere.it 

giovedì 20 luglio 2017

La casa viola. Undicesimo capitolo

Eccoci all'undicesimo capitolo di questa storia.
Vi confesso che, come faccio sempre prima di scrivere un nuovo capitolo, ho riletto tutto ciò che ho scritto finora e l'ho trovato stracolmo di errori e di contenuti da sistemare.
Ho avuto voglio di piantare tutto lì e di smetterla di tediarvi con questo mio scritto.
Ma in fondo era ovvio che capitasse: questa è la prima stesura , quella che poi andrà rivista e corretta. E quindi vado avanti, da buona testa dura quale sono. Arriviamo alla fine della storia tra Claudia e Alessandro.
E' giusto, dobbiamo vedere quel che succederà tra loro : al resto penserò dopo.

Al solito vi lascio i link dei capitoli precedenti .

CAPITOLO PRIMO










Non mi resta che augurarvi buona lettura 


Capitolo 11


Claudia adorava correre lungo il sentiero tra le foglie che cominciavano a staccarsi dagli alberi inventando tappeti soffici e odorosi.

Arrivata all'altezza della casa viola si fermò sotto un grande albero a stirare i muscoli , come sempre.

Ma non era un giorno come gli altri quello. Ora la casa era viva. Aveva un'identità e se ne percepiva la vivacità anche attraverso le finestre chiuse e ancora assonnate.

Sicuramente tutti stavano dormendo, pensò Claudia riprendendo la sua corsa e salutando Luna che le stava abbaiando aldilà del recinto.

Non ti ricordavo tanto atletica”

Claudia frenò di colpo e poggiandosi con le mani sulle ginocchia attese che il fiato ritornasse alla normalità prima di parlare

Mi hai fatto prendere uno spavento”

Sono diventato così brutto ?” Alessandro fece una smorfia fingendosi offeso.

Aveva i capelli lunghi e scompigliati come da ragazzo.

Claudia gli sistemò una ciocca sulla fronte con un gesto ed una tenerezza propri degli anni che li avevano visti innamorati .

Alessandro l'aveva aspettata alla fine del ponticello che univa il canale alla sponda sulla quale sorgeva la sua casa.

Ti faccio compagnia , se vuoi”

Se ce la fai a starmi dietro” lo schernì la donna riprendendo a correre .

Quando l'uomo la raggiunse , trovò Claudia seduta sull'erba , vicino alla riva, lo sguardo perso all'orizzonte , una linea curva di dolci colline talmente ricoperte di vegetazione da sembrare soffici , come cuscini.

Si sedette accanto a lei, restando in silenzio .

Il sole iniziava ad alzarsi e a scaldare l'aria. I pioppi facevano tintinnare le loro foglie solleticate dal venticello fresco della mattina.

Un pesce saltò fuori dall'acqua per rituffarsi subito nelle profondità del lago: quasi un saluto, un cenno di presenza.

Alessandro fu il primo a rompere il silenzio .

Non sai quante volte ho pensato di raggiungerti , quando ti vedevo passare”

Da quanto tempo sei qui?”

Un anno”

Un anno?”

Siamo arrivati a settembre l'anno passato. Marco ed Antonio hanno pensato a tutto”

Proprio a tutto non direi” Claudia si alzò e iniziò a camminare nervosamente lungo la riva.

Alessandro la raggiunse

Non potevamo dirti nulla” tentò una spiegazione, una giustificazione che improvvisamente sentì diventare necessaria.

E avete pensato bene di coinvolgermi in questa specie di caccia al tesoro”

Il tono di Claudia si fece ancora più nervoso : la voce le tremava sebbene tentasse di mantenere un distacco che non le apparteneva.

Lo so è stata un'idea folle ...”

Alessandro le sfiorò un braccio , mentre lei gli dava le spalle continuando a guardare le acque calme del lago.

Marco ti amava molto....”aggiunse poi
Lo so” la voce si bagnò e si spezzò “Più di quanto meritassi ….”una lacrima accompagnò quest'ultimo pensiero a voce alta di Claudia.

Alessandro ebbe voglia di stringerla forte, ma lei era ancora troppo fragile , ancora distante.

Di spalle , i capelli scuri lunghi ,sembrava ancora la ragazzina di allora, quella che lo aveva lasciato solo in aeroporto con tutto il suo bagaglio di dolore e di delusione.

Quando Marco mi ha cercato ho pensato di mandarlo a quel paese” disse l'uomo con un filo di voce

Ma oggi capisco di aver fatto la scelta giusta.” aggiunse poi mettendo una mano sulla spalla di Claudia.

La donna non si voltò, ma Alessandro capì che stava piangendo.

Marco non voleva lasciarti sola.....”

Avrebbe dovuto parlare con me....” Riuscì a dire Claudia , la voce spezzata.

chi altri sapeva?” chiese

Antonio”

Antonio?.....”

Solo lui. E' lui che ci ha trovato la casa più appartata del paese e che ci aggiornava...”

E cosa prevedeva il piano geniale di mio marito?” il tono di Claudia era cambiato all'improvviso.

Si voltò, scura in volto, le guance ancora bagnate dalle lacrime.

Un'idea degna della sua fantasia , quella del taccuino.” aggiunse sarcastica.

Cosa sarebbe successo se Greta non avesse avuto l'incidente? Avreste davvero prenotato una stanza alla locanda? Cosa?”

Alessandro si lasciò strattonare, lasciò che Claudia buttasse fuori tutta la sua rabbia e il suo sconcerto.

Quando finalmente si allontanò per andare a sedersi sul molo, con le ginocchia piegate fino al petto e le braccia a stringerle , raggomitolata come faceva da ragazza , quando voleva star sola e ce l'aveva con il mondo intero, la raggiunse , sedendosi accanto, i piedi ciondoloni quasi a sfiorare il pelo dell'acqua.

Restarono così, in silenzio, per un tempo indefinito.

Fu Claudia a parlare per prima , alzandosi.

Devo rientrare. Si è fatto tardi” la voce era priva di colore: un tono indecifrabile.

Anche Alessandro si alzò. Stava per dire qualcosa , ma Claudia lo precedette

Dobbiamo parlarne. Ti aspetto domani sera. Ci vediamo alle nove”

Si voltò e prese a correre , diretta a casa.

Rientrando incontrò Anna in giardino intenta a cinguettare con Luigi che le sorrideva, apparentemente rapito da ogni sua parola.

Accennò appena un saluto per sparire all'istante , cercando rifugio in casa.

Non aveva voglia di incontrare nessuno e doveva fare subito una doccia: la giornata era lunga e piena di impegni. Almeno non avrebbe avuto tempo per pensare.

Accidenti ! Quanta fretta!”

Una voce familiare la scosse e scombinò subito i suoi piani.

Fabrizio se ne stava seduto sul divano nel grande salone con il giornale aperto sulle gambe.

Claudia si fermò di colpo, un piede già sul primo gradino della scala

Ciao...ben arrivato” salutò, sperando che Fabrizio se ne restasse lì seduto e non le venisse incontro.

L'uomo invece si alzò ,la raggiunse e l'abbracciò , dandole un bacio sulla guancia.

Dopo tanti anni tra loro era nata una bella amicizia. Fabrizio aveva più volte trascinato Marco, per natura piuttosto pigro, nelle sue battute di pesca con sveglia all'alba.

La sera , spesso, si riunivano tutti insieme per cenare , ascoltare Luigi suonare la chitarra , e fare tardi tra buon vino e chiacchiere.

Vado a fare una doccia” disse Claudia , iniziando a salire le scale con evidente voglia di sparire , come se stesse scappando da qualcosa o da qualcuno.

Ci vediamo più tardi” aggiunse con un po' di fiatone , mentre saliva i gradini a due a due.

Fabrizio , al quale non era sfuggito lo strano comportamento dell'amica, annuì e ritornò nel salone.



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lunedì 17 luglio 2017

Un tè con l'autore: Incontriamo Antonietta Mirra


Antonietta Mirra l'ho incontrata per caso sul web. Uno di quei rari incontri fortunati.

Ha un bellissimo blog sul quale pubblica recensioni dei libri che legge ed offre visibilità ad autori emergenti.

Lascio che si presenti a voi attraverso l'intervista che mi ha rilasciato.

D. Benvenuta Antonietta.Scrivere oggi, al tempo dei social e di internet, cosa è cambiato? E' più semplice , a tuo avviso, farsi conoscere, o gli ostacoli sono gli stessi dei tempi andati?

Grazie Clelia! È un piacere per me essere qui con te e con i tuoi lettori. 

Pensando ad internet, credo che molte cose siano diventate più facili e anche l'auto promozione di un romanzo è diventata alla portata di tutti.

Sicuramente sono dell'opinione che sapendo usare bene il web, si possono raggiungere tanti lettori che di certo prima non ti conoscevano nemmeno. 

Come ogni strumento di grande potenza, ha anche bisogno di essere usato bene. Quindi non è detto che sia sempre valido o che sia sempre d'aiuto, dipende da come lo si utilizza. 

Non c'è paragone, secondo me: è più facile farsi conoscere, questo sì. È più facile arrivare ma non sempre si arriva nel modo giusto e soprattutto non si arriva sempre.

D. Cosa ne pensi del selfpublishing?

 Il selfpublishing è una grande vetrina, una di quelle che ti possono davvero far illudere e tanto, anche. 

Una vetrina che permette a tutti e dico a tutti di scrivere, anche a chi non arriverebbe mai in una libreria. 

E non parlo di storie non commerciali ma di persone che non sanno scrivere e che pubblicano ugualmente perchè il self lo permette. 

In ogni caso, anche io ho auto pubblicato e per me resta un'alternativa valida ma non la soluzione. 

Parliamoci chiaramente, il sogno, per uno scrittore, uno che non lo fa per perdere tempo ma per vera passione, resta sempre uno solo: una grande casa editrice. 

Possiamo raccontarci tutte le storie che vogliamo, ossia che il self è bello, ti fa guadagnare, che tanto non importa, basta mettere un libro su Amazon e poi chi se ne frega. 

Non è così, uno scrittore che ama ciò che scrive, che lo sente dentro come un pezzo di sè, non dice che non se ne frega e non lo mette su una piattaforma on line, tanto per metterlo. In quel caso non si tratta di passione ma di divertimento, di tentativo, di un gioco. 

Quindi ribadisco che il selfpublishing è un'alternativa ma non è la vera scelta per chi sogna davvero di scrivere.


D. Raccontaci un po' di te e di come è iniziata questa tua passione per la lettura e per la scrittura: eri una divoratrice di libri anche da bambina?

Ho iniziato a leggere e poi a scrivere. 

Grazie a mia madre che mi regalava i Diari di Liala. Così mi sono avvicinata al mondo della lettura e poi piano piano a quello della scrittura. 

Ho iniziato scrivendo versi e dedicandoli a mia madre oppure al ragazzino che mi faceva battere il cuore quando ero piccola. 

Ma il mio sogno era un altro: disegnare. Poi con il tempo, ho tramutato il disegno in racconti e in parole scritte. 

Amo ogni forma d'arte, dalla pittura alla scultura, fino al cinema. 

La lettura mi ha insegnato a volare, la scrittura a tornare con i piedi per terra per rendere tangibile i mondi che creo nella mia mente. 

Non potrei vivere senza né l'una e né l'altra.


D. Sul tuo blog , oltre a recensire libri , offri aiuto agli scrittori esordienti: come ti è venuta questa idea? Credi nel valore della condivisione?

Il blog nacque proprio per gli esordienti perché ho sempre pensato che dare una mano significasse condividere la mia passione attraverso gli occhi degli altri. 

All'inizio recensivo solo esordienti, poi il blog è  cresciuto e sono arrivate anche le case editrici ma non ho mai abbandonato i nuovi scrittori che nel mio sito, possono sempre trovare un luogo in cui sentirsi a casa.


D. Come si diventa recensori per le case editrici? 

Per diventare recensore basta proporsi ad una Casa editrice che ti interessa e di cui apprezzi le pubblicazioni. 

Devi avere un certo numero di lettori e di persone che ti seguono e che apprezzano le tue recensioni. 

Non è facile, e non è subito.

D. Dove e come nasce la tua ispirazione?

La mia ispirazione nasce dai sogni e dagli incubi. 

Le mie paure, i miei desideri, le mie speranze si fondono in una storia dove raccolgo tutta la mia immaginazione. 

Ovunque posso essere ispirata da qualcosa. 

Ad esempio, l'altra sera, stavo guardando un telefilm e all'improvviso ho avuto davanti agli occhi la scena iniziale di uno dei libri che voglio scrivere. 

Insomma, molto della realtà mi ispira, nei momenti più impensabili e poi a volte accade una cosa strana. All'improvviso collego più fatti, per esempio frasi di libri che ho letto, persone che ho incontrato o scene che ho visto e creo nella mia testa quello che andrò a scrivere. 

Insomma, la scrittura è attenzione, cura del dettaglio, apprensione ma è anche improvvisazione e istinto.


D. Parlaci del tuo romanzo: tre motivi per cui dovremmo leggerlo

Ogni notte vengo da te è una storia di mistero, di sogni e di amore. 

C'è un aspetto oscuro che va scandagliato, capito e sentito fino in fondo. 

Ho sperato nell'empatia e nella compenetrazione. Non è una lettura superficiale, è una storia che parla di amore in chiave di eternità e di appartenenza con uno stile ed un linguaggio che cercano di elevare i sentimenti a qualcosa di superiore in nome proprio di quell'amore che sfida gli ostacoli della vita, persino il più grande: la morte.

I tre motivi potrebbero essere che non è una storia come le altre, è diversa, particolare, lontana per certi versi da quelle a cui siamo abituati. 

È una storia che racconta di tutte le sfaccettature dell'amore e dei sogni, quindi tocca la vita di ciascuno di noi. 

Qualcuno l'ha definita una storia unica, io credo fermamente in quello che ho scritto, ci credo come credo nella mia esistenza, qui e adesso, come credo nel valore della vita e nel potere della parola scritta e dei sogni. 

Il mio romanzo vuole anche essere un omaggio alla scrittura che è stata per me un dono, il più grande che mi sia stato fatto dopo l'amore.


D. Lavori con i bambini: io trovo che l'interazione con loro sia fonte di profondo arricchimento e di grande ispirazione. Parlaci del tuo rapporto con loro

I bambini sono la vita. 

Sentirli parlare, urlare, piangere, litigare, mi fa sempre pensare a quanto sia viva la vita, quanto sia presente, a volte anche ossessiva ma reale. 

Al suo valore, al valore della presenza umana e del piccolo cuore che batte di quelle creature che saranno il mondo di domani. 

Incerti, ancora impreparati ma sono il fulcro del battito del mondo, sono il sostentamento della speranza, sono la voce di chi non ha più la forza di urlare. 

Sono il nostro peggio ma anche il nostro meglio e anche il più piccolo abbraccio da parte loro, infonde la fiducia più grande, la voglia di fare e di costruire. Per loro, per noi.


D. Ti piacerebbe scrivere per i più piccoli?

Scrivere per i più piccoli mi piacerebbe ma non ci ho mai provato, almeno fino ad ora. Non escludo di farlo!

D. I generi letterari che preferisci e perché?

Amo leggere di tutto. In passato leggevo soprattutto fantasy e thriller, saggi filosofici e psicologici. 

Poi con il blog ho ampliato le mie letture e ho imparato ad amare anche i romance e i romanzi rosa, fino a quelli più crudi e brutali come i dark.

Insomma, mi piace spaziare e non lasciarmi condizionare da nulla.

D. Scrivere è un buon mezzo per evadere dalla realtà?

Scrivere è il miglior mezzo per evadere dalla realtà. 

Non spendi nulla, parti con la testa e arrivi dovunque! 

Ti crei il mondo che vuoi, fatto su misura per te. 

Certo, non è detto che tu ci stia comodo, perché scrivere non è soltanto bellezza ma è soprattutto tormento, dolore, struggimento. 

Scrivere un storia non è una passeggiata, come dicevo prima, non lo è se devi contarti le ossa e pesarti il sangue, mentre lo fai. 

E a me succede proprio questo. Quando chiudo una storia, mi sento mancare qualcosa. Ho nostalgia dei miei personaggi, di ciò che ho creato ma so anche che ho donato ciò che avevo di più importante: la libertà, perché li ho liberati.


D. Tu lo sei senz'altro, quindi secondo te uno scrittore deve prima di tutto essere un ottimo lettore?

Secondo me, sì, assolutamente. Non puoi scrivere se non leggi e devi anche leggere tanto e di tutto.

D. Quando decidi di scrivere una storia hai già in mente tutta la trama o cresce man mano , quasi scrivendosi da sola ?

Non scrivo mai la trama all'inizio ma soltanto un accenno. 

Poi man mano che scrivo la storia si costruisce da sola.

Non so nemmeno quanti personaggi ci saranno, so solo quelli basilari all'inizio. 

Durante la stesura mi arrivano tutte le idee che lentamente prendono forma e mi danno quella sensazione così bella molto simile al potere e alla felicità.

D. Perché ti definiscono una ragazza d'altri tempi?

Mi definiscono così perché qualcuno ha detto che il mio carattere non è moderno. 

Sono molto timida, arrossisco, ingenua , e sembra proprio che non voglia svegliarmi. 

Accondiscendente, gentile, disponibile, parlo a bassa voce, difficilmente urlo, o mi arrabbio. 

D'altri tempi perché sono una ragazza posata, tranquilla, che non sembra nemmeno figlia della sua terra: Napoli.

D. Antonietta e la musica.

La musica mi aiuta a scrivere. 

Ho creato scene pensando proprio alle parole delle canzoni o alle loro melodie. 

Senza la musica avrei meno ispirazione. La musica è arte e infinito.


Ecco, questa è Antonietta , passionale e generosa  come la sua terra d'origine.

Non vi è venuta voglia di leggere il suo libro ?

Qui sotto potete leggerne  la trama , trovare tutti i contatti di Antonietta e una sua breve biografia, nonché il link per l'acquisto del libro . 


Titolo: Ogni notte vengo da te
Autore: Antonietta Mirra
Genere: Paranormal Romance/Romanzo rosa
Editore: Selfpublishing
Pagine: 271
Prezzo: eBook: 2,99 e gratis con Kindle Unlimited. Cartaceo: 10,40
Data di uscita: 10 Maggio 2017



TRAMA

Alastair ed Helena non potrebbero essere più lontani e diversi eppure qualcosa li unisce, oltre la loro stessa volontà.
Un richiamo eterno ed insondabile.

Lui è impetuoso, tormentato, cruento e dannatamente distante, in tutti i sensi.
Lei è ingenua ma tenace, una sognatrice capace di cogliere il confine tra un desiderio languido e pressante e la tagliente verità. Ma quando anche l'ultimo barlume di razionalità sta crollando...

Cosa faresti se il tuo sogno più grande diventasse all'improvviso realtà?
Se potessi guardarlo, toccarlo e...
«Non puoi andartene. Sono nella tua testa, nel tuo cuore, nella tua carne. Mi hai lasciato entrare e adesso farò l’ultimo passo che mi legherà a te per sempre.»


BIOGRAFIA

Antonietta Mirra è laureata in Lingue e Letterature Straniere e lavora con i bambini. Le sue passioni sono leggere e scrivere ed è Amministratrice del Lit-Blog L’amica dei libri. Ama l’arte in tutte le sue forme, il cinema e il pianoforte. Tratti distintivi della sua personalità: passione e inquietudine. Dicono di lei: "una ragazza d'altri tempi", il mondo le va stretto, allora usa l'immaginazione. La sua vita è un incastro imperfetto tra sogni e visioni, la realtà è solo un equivoco.

CONTATTI




Grazie ancora Antonietta per essere stata con noi e averci raccontato di te.

E grazie a tutti voi che continuate a seguirmi. 

Un abbraccio 

A presto

Clelia

L'intervista è pubblicata anche su latinacorriere.it