Quando ho intervistato Claudia , ho dimenticato di chiederle da dove avesse preso ispirazione per dare il norme alla sua Pagina Facebook , che è poi anche un marchio, il marchio della sua produzione.
Poi ho scoperto che Taigete è una stella e allora ho pensato che mai nome fosse più indicato per le sue straordinarie creazioni , che sembrano doni del cielo.
Magiche , colorate, vivaci , e piene di poesia.
Sono sicura che sarete d'accordo con me.
Conosciamo meglio la creatrice di queste meraviglie .
D. Come prima cosa , Claudia ci racconti qualcosa di te?
Ho 52 anni, 2 figli, 1 marito. Ho la maturità classica, sono laureata in Scienze dell’ educazione e della formazione.
Amo la musica, l’arte, leggere saggi di filosofia e psicologia, poi ho questa passione che non saprei definire con una sola parola: mi piace modellare piccoli e insignificanti pezzetti di stoffa colorata, trasformandoli in minuscoli fiori trapuntati, bamboline, gnomi, folletti, cuccioli coloratissimi e brillanti.
D. Come nasce Taigete e la tua passione per quelli che tu definisci "bassorilievi di stoffa"?
Tutto cominciò da piccolissima.
La mia fortuna è stata avere una nonna sempre al mio fianco, presente nei giochi e presente col suo affetto.
Era una sarta e si divertiva ad insegnarmi tanti piccoli trucchi del mestiere, cosicché potessi confezionare con le mie mani i vestitini delle mie bambole ma poiché ero una bimba molto curiosa e piena di fantasia andai oltre i suoi insegnamenti e a nove anni potevo già vantare il mio primo trapianto di capelli, prelevati dalla testa mozzata della bambola Michela (quella che cantava con i dischetti in vinile dietro la schiena) e inseriti perfettamente, con un grande ago da lana, sulla testa di una Barbie Coiffeur, rimasta calva dopo ripetuti esperimenti di hairstyling.
A queste prime esperienze negli anni se ne sono aggiunte molte altre e, tra un esperimento e l’altro, si arriva ad oggi e alle mie minidoll.
Le bamboline che cucio sono piccolissime, si va dai 10 mm dei neonati e dei cuccioli a un massimo di 35 mm, ma queste già sono bamboline “grandi”, le più grandi della mia collezione.
Sono gnomi, sono angeli, personaggi delle favole.
Come piccoli gioielli vengono montati su spille, ciondoli, bracciali o fermacapelli.
Mi piace vestirle con pizzi, merletti, raso, seta, velluto e ricami con perline in cristallo swarovski.
Per i loro vestiti e le acconciature traggo spunto e ispirazione guardando i quadri dei pittori dell’800, perché mi affascina il modo garbato con cui ritraggono donne elegantissime, giocando con i colori più brillanti e sfumandoli con maestria.
Il momento che richiede più pazienza e sangue freddo è quello in cui decido di fare micro treccine e molto spesso queste diventano la base per acconciature ancora più elaborate.
D.. Puoi descriverci le emozioni che ti pervadono quando crei una delle tue bamboline?
Mi piace immortalare, meticolosamente, ogni passaggio della lavorazione, dedicandomi così a un'altra mia passione, quella per la fotografia.
Il confronto della prima foto del processo, quella con i pezzetti di stoffa ritagliati e piccoli come coriandoli, con l’ultima, quella in cui per magia prendono forma diventando “esserini” quasi perfetti, è sempre motivo di grande emozione.
Sì questo effettivamente è il momento più alto, sembra quasi di aver fatto una magia, di quelle che fa solo una fata con la bacchetta magica!
Un altro momento emozionante è quello della condivisione, nei socialnetwork riesci veramente a capire quanto tu abbia superato te stesso e i like sono un incentivo a far sempre meglio, alimentando autocompiacimento ma anche una sana fervida fantasia.
D. Quando ho visto i tuoi lavori mi sono convinta che la tua fosse più che altro una formazione artistica e invece ho letto che hai una formazione assolutamente classica: la creatività dunque è un dono innato ? quando ti sei scoperta creativa?
La mia fantasia è storica, è nata insieme a me, credo che sia frutto dell’ambiente in cui ho vissuto la prima infanzia.
Sono stata una bambina molto fortunata, trascorrevo le mie vacanze estive con la nonna paterna in una casa di
Potevo giocare liberamente dalla mattina alla sera con i figli dei contadini che avevano le fattorie confinanti con la casa dei miei nonni e lì fantasia e creatività non mancavano mai.
I giochi si inventavano: la casetta sull’albero, il giardinetto con i fiori, il nascondino tra le piantagioni di granoturco, le vendemmie, le bambole costruite con stracci, paglia e pezzetti di legno.
Il sogno di ogni bambino.
D. Come era Claudia da bambina? Le piacevano le bambole?
Da bambina ero una trascinatrice di folle.
Ero quella che inventava nuovi giochi, ad esempio le spedizioni notturne con torce e candele nelle casette abbandonate nei campi.
La costruzione di manufatti di vario tipo per andarli poi a vendere.
Gli scavi “archeologici”, nei pressi delle abitazioni (sempre in Pianura Padana) per cercare i resti di cocci di tazze o vasi dei bisnonni dei trisavoli.
Organizzavo spettacoli, simili a quelli del circo: io ero l’acrobata (facevo ginnastica artistica e danza classica dall’età di sei anni) e poi gli altri bambini facevano i clown, i giocolieri. Inserivamo nei nostri numeri anche cani, gatti, conigli, papere.
Le bambole mi piacevano ma non erano al primo posto nei miei pensieri.
D. C'è un sogno che tieni chiuso nel cassetto?
Sì, riuscire a replicare, con la mia tecnica, i particolari dei quadri che più amo. Questo è il mio sogno, per ora.
D. Una delle creative che ho intervistato sostiene che creare rende liberi : tu cosa pensi in proposito?
Per me fare una bambolina o dei fiori e trasformarli in una spilla equivale a raccontarmi una favola.
Quando inizio il mio lavoro non so mai, esattamente, come andrà a finire, c’è sempre l’emozione della sorpresa: via via scelgo i particolari da inserire, i colori da aggiungere, il merletto o l’organza, la perlina rossa o quella turchese, fino all’ultimo non si sa come andrà finire e il finale è sempre bello.
D. Quando non crei capolavori , a cosa ti piace dedicarti
Faccio lunghissime passeggiate in montagna, in generale adoro camminare.
Cerco di visitare tutte le mostre possibili, che si svolgono nella mia città, adoro l’arte, di qualsiasi epoca, ma in modo particolare quella Rinascimentale e quella del periodo Romantico.
Leggo molto, preferibilmente saggi.
Ascolto musica classica: Beethoven, Mozart, Erik Satie ma anche Ennio Morricone, Ryuichi Sakamoto, Burt Bacharach.
D. La tua canzone preferita?
Mercy Bocù di Sergio Caputo, la trovo deliziosa, simpatica, dà tanta leggerezza e spensieratezza già dal titolo, scritto in francese “maccheronico”.
D. Un profumo ( nel senso di odore ) che ti riporta alla mente un momento bello della tua vita .
Il profumo dei campi in estate. Mi ricorda mia nonna, le favole, i giochi più divertenti, la spensieratezza dell’infanzia.
E' stata pura emozione conoscere Claudia.
Soltanto leggere la sua intervista ti trasporta in un mondo fatato.
Se poi ci soffermiamo ad ammirare le sue creazioni , non possiamo che restare affascinate dalla meticolosità e dalla precisione con le quali riesce a realizzare personaggi degni delle fiabe più belle .
E' bello chiudere gli occhi ed immaginare di essere con lei , a correre nei campi , o intenti a scoprire folletti nelle notti d'estate
Grazie Claudia , per averci portato nel tuo mondo e averci dato l'opportunità di tornare bambini!
Un grande abbraccio a tutti voi
Clelia
intervista pubblicata anche su latinacorriere.it
Nelle parole di Claudia mi rivedo bambina felice in campagna. Che sia l'aria della Pianura Padana?
RispondiEliminaComplimenti a Claudia, dispensatrice di" creature fiabesche"
Ciao Clelia e grazie.
Laura cara , a chi lo dici. Io di aria ne ho respirata di diversa latitudine , ma mi rivedo anche io nella sua descrizione.
EliminaGrazie a te per il tuo costante supporto.
Un abbraccio
Clelia
Direi che le creazioni di Claudia, rispecchiano perfettamente il suo carattere! Adoro le sue mini-dolls!
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