I MIEI LETTORI

mercoledì 12 aprile 2017

Un tè con l'autore. Intervista a Mauro Fornaro


Oggi voglio presentarvi Mauro Fornaro e il suo blog La scrittura è una cosa seria .

Il nome del suo blog la dice lunga sulla sua grande passione.

Scrive ogni santo giorno, quasi fosse un'ossessione della quale non vuole certo liberarsi.

Un autore che si ispira ai grandi della letteratura nordamericana ma che , pur con uno sguardo al passato e alla tradizione ,non si chiude al nuovo , al progresso. Purché si scriva e si legga molto , le novità vanno sempre accettate. L'uomo evolve, la letteratura evolve con lui.

L'uomo che piangeva in silenzio   è la sua ultima fatica . E' appena uscito e potete acquistarlo qui

La fatica di non pensareSe volessi essere disturbato e Una complessa semplicità  
questi gli altri lavori che potete trovare sempre editi dalla casa editrice Del Faro.




Ma ora vi lascio alla sua intervista. Buona lettura.

***

D. La scrittura è una cosa seria così hai chiamato il tuo blog. La differenza tra scrivere ed essere uno scrittore. 

Penso che scrivere ed essere uno scrittore siano in stretta relazione. 

L’unica differenza è che uno scrittore scrive tutti i santi giorni o quasi, cosa che faccio io, gli altri scrivono solo quando vogliono sfogarsi.

Ma uno scrittore non vuole mai sfogarsi, uno scrittore non può non scrivere ogni santo giorno.


D. Hai un autore preferito , qualcuno al quale ti ispiri quando scrivi? O magari più di uno? 

Da appassionato di letteratura nordamericana non posso che dirti che penso che abbia influenzato molto il mio modo di scrivere. 

Spero di non copiare nessuno e di avere uno stile mio, però Bukowski, Hemingway, Carver, Lansdale, tanto per citarne alcuni, mi hanno aiutato molto a capire cosa sono come scrittore. 

Degli italiani ne cito due non abbastanza valorizzati dal mercato e dalla critica: Italo Svevo e Giuseppe Berto.

D. Meglio un libro cartaceo o uno digitale? Le tue personalissime considerazioni su questo tema. 

Il cartaceo, non ho dubbi! Però il digitale a volte è comodo, quindi perché non accettarlo evitando facili inquisizioni?

D.Un poeta ed un narratore hanno modi diversi di comunicare attraverso la scrittura. La poesia è uno strumento moderno di scrittura secondo Mauro? I rapper potrebbero essere considerati poeti dei nostri tempi?
 

Chiunque può essere poeta, dipende da cosa dice e come lo dice e, soprattutto, in quale periodo storico lo dice.

Molti rapper sono cantanti mancati, più che poeti… 

La poesia è sempre stata attuale per chi ha avuto voglia di andare oltre le emozioni superficiali, sempre lo sarà.


D.E restando in tema musicale , nel tuo ultimo libro L'uomo che piangeva in silenzio citi le canzoni che ti accompagnano durante la stesura delle tue opere : come ti è di aiuto e di ispirazione la musica? 

Mi dà tranquillità e ispirazione, spesso ascolto musica classica mentre scrivo.


D.Si dice sempre che oggi si legge di meno . Pensi sia vero ? Se si , cosa è cambiato nel rapporto tra scrittori e lettori? 

Sì, penso sia vero. Leggere costa tempo e fatica, la gente è concentrata su altro. 

Leggere non è una priorità in Italia e si vede. 

Poi c’è il problema che tutti si sentono scrittori, come allenatori di calcio e giurati di San Remo, ma poi a leggere un libro non si mettono. 

Ti rendi conto? La gente vuole scrivere ma non è disposta a leggere. Cosa da pazzi!

D.Torniamo al tuo ultimo libro ci racconti qualcosa della trama ?
 
E’ la storia, tanto per non andare lontano, di uno scrittore. In crisi con se stesso e con il mondo. 

Capirà solo dopo un po’ che quello che lo ha tenuto vivo, l’amore per le poche persone amate e per la letteratura, lo salveranno.

D. Tempi moderni e moderni metodi di diffusione della cultura: pensi che oggi sia più semplice , rispetto al passato , far arrivare il proprio pensiero , attraverso la scrittura? 

No, anzi. Oggi è facile esprimere una opinione. Ma trasmettere il proprio pensiero più profondo è difficile. 

Come dicevamo prima, la gente non è più disposta a leggere, quindi a capire. Al massimo leggono una decina di parole per farsi un’idea su qualsiasi argomento. 

Lo scrittore è visto come lo sfigato che investe del tempo per buttare giù delle parole invece che divertirsi.

D.Tre consigli a chi volesse iniziare a scrivere.

Il primo è: scrivi! Se dentro ti scorrono parole, falle uscire. Non vergognarti. 

Il secondo è: abbi pazienza e costanza, non abbandonare la scrittura se pensi di poter diventare uno scrittore. 

Non bastano due ore per diventare uno scrittore, a volte servono decenni. 

Il terzo è: scrivi quello che sei, non scimmiottare nessuno. Sii onesto con te stesso e con i lettori.

D.Mauro è nato scrittore o , solo nel tempo, ha scoperto questa sua passione? 

Ho sempre avuto la passione per la scrittura, con gli anni ho scoperto di avere anche un propensione come scrittore, almeno spero!


***

Ringrazio Mauro per aver accettato di essere mio ospite. 

Spero di aver solleticato la vostra curiosità.

Vi abbraccio

Clelia

Potete leggere l'intervista anche su latinacorriere.it




 

lunedì 10 aprile 2017

La casa viola. Il quinto capitolo.

Oggi il nuovo capitolo de La casa viola, il  mio racconto a puntate .

Come sempre qui sotto vi lascio i link dei precedenti capitoli , per rileggerli e riprendere il filo della storia.

I CAPITOLO  

II CAPITOLO

III CAPITOLO

IV CAPITOLO




Capitolo 5




Si svegliò, come da un incubo. Ma l'incubo era reale! Vero, come era vero che ancora fosse vivo!

Il cielo grigio , carico di tempesta, entrò con la sua luce plumbea nella stanza , intristendone i contorni , rabbrividendo i suoi pensieri.

Forse quello poteva essere un giorno perfetto per lasciarsi andare.

O forse no. Meglio un giorno di sole. 

I cieli azzurri parlano di speranza . E Claudia aveva un disperato bisogno di tornare a sperare.

Sempre più spesso la scopriva a piangere  di nascosto, fingendo improvvisi raffreddori e nascondendo occhi gonfi .

Era incapace di cedere alla rassegnazione.

Marco , invece, aveva accettato il suo destino.

Ma Claudia non sapeva dire addio: dopo tutti quegli anni ,  ancora non superava la perdita del bambino.

Come avrebbe potuto sopportare altro dolore?

Marco però non aveva più tempo: non avrebbe potuto continuare a proteggerla. Poteva solo sperare che il suo piano funzionasse.

Faticò a tirarsi su e a sedersi sul bordo del letto.

Se ne stava lì , coi piedi ciondoloni , rimandando il contatto con il pavimento gelido. 

Gli venne da sorridere pensando a quanto fosse buffo che , avvicinandosi  il momento del grande addio , si fosse trasformato in un vecchio e stanco cupido, pronto a scoccare la sua ultima freccia.

Una volta in piedi , vacillò e la vista si rabbuiò. Fu costretto a poggiarsi alla scrivania , per non cadere .

"Maledetto!" imprecò "Hai proprio fretta di portarmi via..."

Aprì il cassettino dello scrittoio e ne tirò fuori un foglio piegato a metà.

Lo aprì e lesse ciò che lui stesso aveva scritto giorni prima.

Si trascinò fino all'armadio. Ne aprì le ante intarsiate e pesanti in cerca della sua vecchia giacca blu, quella che tanto piaceva a Claudia.

Infilò il biglietto nella tasca interna.

Un sorriso apparve sul viso: era sereno. Ora sapeva che tutto era davvero pronto.

Di nuovo il buio lo avvolse e un capogiro , più intenso del precedente, lo costrinse a raggiungere ancora il letto.

Si accasciò sui cuscini . Senti il profumo del latte caldo e del caffè salirgli alle narici e i passi di Claudia sulle scale.

Sospirò e chiuse gli occhi : una lacrima scivolò silenziosa sulle guance scavate.

***

Erano venuti in tanti a salutarlo per l'ultima volta. Nella sua vita si era guadagnato l'amore  e la stima di moltissime persone.

Claudia li salutò, ad uno ad uno. Sul viso un dolore composto.

Poche parole di circostanza le si strozzavano in gola.

Quando Anna finalmente riuscì a chiudere il pesante cancello si era già fatto buio e le luci del giardino si erano accese, come tante candele silenziose , lasciando finalmente calare un profondo senso di pace.

"Ti preparo una camomilla?" chiese a Claudia che se ne stava immobile sotto il porticato guardando nel vuoto con aria assente.

Lei rifiutò con un cenno della testa poi , con un filo di voce "Vai pure a dormire Anna. Ci vediamo domani...Sei stanca anche tu..."

La ragazza provò inutilmente ad insistere , offrendosi di accompagnarla in camera e di farle compagnia finché non fosse riuscita a prendere sonno.

Ma dovette rassegnarsi: la giornata era stata davvero lunga e pesante. Aveva bisogno di farsi una lunga doccia calda  per lavare via tutta quella tristezza.

Passarono forse altre due ore .

Finalmente , Claudia si decise a rientrare.

Salì fino all'ultimo piano . Fino allo studio di Marco.

Aprì lentamente la porta : tutto era già stato pulito e sistemato.

Tutto era pronto , come se lui dovesse rientrare da un momento all'altro.

Chiuse le persiane .

Diede ancora un ultimo sguardo tutt'intorno.

Spense la luce ed uscì , girando tre volte la chiave nella serratura.


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 Puoi leggerlo anche su latinacorriere.it



sabato 8 aprile 2017

Un tè con l'autore. La nuova rubrica. Intervista a Simone Perotti



Non vi piacerebbe conoscere meglio l'autore di quel libro che avete appena finito e che vi è piaciuto tanto?

Non vi basta leggere la biografia sterile e stringata sulla copertina del libro ?

Scrivete e volete farvi conoscere ?

Siete nel posto giusto!

Un tè con l'autore è la casa degli scrittori e il viaggio di tutti i lettori dalla curiosità insaziabile.

Cominciamolo   subito questo viaggio con un autore che adoro!

Simone Perotti  . Mi sono imbattuta in lui , la prima volta guardando una puntata su Cielo Tv di Voglio vivere così . 


Recentemente  sono stata a Roma  alla presentazione del suo ultimo libro Rais

Sono stata felicissima quando ha accettato il mio invito ed ora ve lo presento con grandissima emozione e gratitudine.

D.Ciao Simone . Ti definisci un uomo libero che ama leggere di uomini liberi . In che senso Simone è un uomo libero ? Parlare di libertà, ai nostri giorni , mi sembra alquanto utopico. Come si diventa uomini liberi?

Simone non è un uomo libero, 

Ha vincoli, legacci, paure, teme alcune cose, soggiace ancora a molti condizionamenti, soprattutto interiori. Ma tenta la libertà ogni giorno, e questo dà dignità ai miei giorni. 

Da uomo che non stava tentando, mi sono trasformato,con  un lungo processo interiore ed esteriore,  in un uomo che sta provando tutte le strade verso la libertà, verso l’autonomia, verso l’equilibrio. e in parte, talvolta, ci riesco. 

Soprattutto in due ambiti, che sono per me essenziali per vivere: scrivere, cioè la mia stessa vita. E navigare, cioè la cosa che amo fare per la grande passione che ho della navigazione e del mare.

Di questo, di poter fare professionalmente e integralmente, liberamente, autenticamente, la prima cosa, e appassionatamente, spesso e con grande gioia, la seconda,… ecco, di questo, sono molto felice, mi sento un privilegiato, senza mai dimenticare quanto mi è costato arrivare fin qui.


    D. Adesso bastaè un po' un invito a spezzare le catene , a svincolarsi dal potere politico che ci soggioga con la paura della pecora che abbandona il gregge e si trova sola tra i lupi. Ma la pecora da sola non può farcela se non ha i mezzi per mettersi in sicurezza. Dunque questo libro non è per tutti ma solo per coloro che i mezzi li hanno? Senza soldi..... nessuna libertà?


    Spero che da Adesso basta, e ancor più da Avanti Tutta e da Ufficio di scollocamento, i miei tre libri sul tema della libertà e del cambiamento, si capisca proprio il contrario, cioè che la libertà, il coraggio, le scelte, sono opzioni interiori, a cui segue un ragionamento pratico sui soldi.


    Chi fa quel percorso interiore, poi, si può porre il problema pratico. 

    Chi si concentra sul problema congiunturale del denaro e del resto che gli gira intorno, non può facilmente compiere il percorso interiore. 

    Come per ogni sogno, perseguirlo è un problema di organizzazione mentale, di metodo, di caparbietà, di concretezza, e soprattutto di propedeuticità. 



    Noi non siamo schiavi perché non abbiamo soldi. Siamo schiavi perché interiormente non siamo liberi!


    D. Scrivere può essere un modo per liberarsi ?

    Anche, è una forma di autocoscienza e di confessione interiore.

    Chiarifica, talvolta. certamente sfoga. Ma è uno strumento parziale.

    Più utile a chi legge che a chi scrive.

    Credo che essere liberi consenta anche di scrivere meglio, cose più utili, garantendo il lettore sulla mancanza di condizionamenti dell’autore. 

    Cosa non banale in un’epoca fitta di intellettuali servili.


      D. Parlaci del mare, la tua più grande passione insieme alla scrittura.

      Il mare si descrive male, bisogna viverlo.

      E bisogna avere buoni maestri che ce lo insegnino, come accade per tutte le cose ricche e articolate, a loro modo complesse. 

      Io scrivendo talvolta di mare cerco di aiutare anche chi non lo pratica a comprenderlo, rispettarlo, temerlo e amarlo. 

      Non è cosa semplice, ripeto, ma credo sia molto bella, e anche forse utile.


        D. Quando si scrive occorre necessariamente conoscere ciò di cui si sta scrivendo o si può semplicemente inventare?

        Ecco, io auspico che i lettori non si limitino a chiedere questo a un autore, ma un poco se lo aspettino. 

        Che io scriva della Chiesa, può anche capitare. Che io scriva di montagna e di scalatori, anche. 

        Ma credo che ciò che pratico col cuore da anni, da tanto tempo, sia l’ambito in cui è giusto che io mi muova. 

        Di quel mondo affascinante che io frequento ho capito col tempo molte cose, le ho soprattutto “sentite”. Ed è bene che io di quei sentimenti racconti, di quelle risonanze.

        È anche una questione di autenticità: se io risuono con qualcosa, quelle risonanze sono mie, posso provare a renderle nelle mie sculture e nei miei libri, come nei miei dialoghi e nei miei silenzi. 

        Questo trovo che abbia un’etica, intellettuale ed umana, che può corredare la fiducia che un lettore prova verso i miei lavori.


          D. Quanto è di aiuto per uno scrittore avere fantasia?

          Beh, direi che senza è duretta… 

          Poi, bisognerebbe definire cosa sia la fantasia.

          Anzi, visto che io nell’ immaginazione ci vivo, cosa sia la realtà.


          D. Quando inizi un nuovo libro quali sono le sensazioni che ti accompagnano?

          Grande emozione. Si apre uno spiraglio su un mondo inesistente, che piano piano verrà alla luce e diventerà più vero della realtà. personaggi con cui coabiterò, che conoscerò come fossero i miei migliori amici o i più tragici nemici. 

          La mia famiglia. la mia vita è piena di personaggi già scritti e da scrivere, sono un coro di sodali e nemici con cui devo quotidianamente fare i conti. 

          Uno scrittore è l’uomo più periferico rispetto alla realtà e il più periferico rispetto                 all’ immaginazione, dunque è l’immaginifico più reale e il realista più fantasioso. 

          È un transito, una interfaccia, un filtro, condannato a sentirsi fuori posto dovunque perché qualcuno si senta in sintonia talvolta. una condanna, se vogliamo, ma inevitabile. 

          Non si smette di pensare la scrittura, non meno di quanto sia impossibile provare i sentimenti che ci caratterizzano come individui.

          D.Leggi molto ? Quali sono le tue letture preferite?

          Per anni, per scrivere “Rais”, ho letto e consultato solo documenti del ‘500, storie dell’epoca, portolani, carte nautiche, memoriali, racconti di viaggio. 

          Io più che leggere studio. È dedicato allo studio almeno un terzo della mia giornata diurna. 

          È anche e soprattutto per studiare che io ho cambiato la mia vita. 

          Non potevo continuare ad amare una serie di cose senza dedicare tempo nobile a frequentarle. Era alienante.

          Ma è raro che io legga un libro per puro intrattenimento o per il gusto di passare qualche ora al giorno a leggere.

          Lo faccio, leggendo prevalentemente romanzi, tra un progetto di scrittura e l’altro, per pulirmi la mente. 

          Ora sto leggendo molti autori americani contemporanei, soprattutto della generazione che è scomparsa negli ultimi dieci anni. 

          Ma sto anche attento a non eccedere: se leggo comincio a scrivere in quel modo, sono terribilmente permeabile, e questo è un po' perturbante quando scrivo.

          D. E' vero , secondo te , che ci sono più scrittori che lettori? Scrivere è inflazionato?

          Tutti vogliono scrivere, e questo lo capisco. 

          Pochi vogliono leggere, e questo è preoccupante.

          Quando scrivo più di sette o otto righe sul web l’indice di lettura crolla. 

          Però poi mi scrive una marea di gente per chiedermi di aiutarli a pubblicare. 

          Non so risponderti, credo sia uno dei mali di questa nostra epoca. oltre al fatto che pubblicare qualcosa senza essere uno scrittore è una cattiva pratica. 

          Non comprendo perché uno che poi non abbia deciso davvero di fare lo scrittore debba scrivere. Io non vado in montagna, non sono pratico, dunque non si spiega perché dovrei, una tantum, scalare la Marmolada. Non ne capisco il senso.

          D.Qualche parola su Rais , il tuo nuovo libro.



          Leggilo. I romanzi è molto difficile raccontarli. 

          Se fosse possibile, non servirebbe scriverli. 

          Rais, come ogni grande romanzo, articolato, ricco, è un mondo. Bisogna entrarci. 

          Sono solo molto contento che stia andando bene, che l’editore sia felice, che tanti scrittori lo amino e mi scrivano bellissime lettere per parlarmene. 

          Una grandissima soddisfazione, perché in quel romanzo ci sono io, c’è il mio mondo, c’è la mia sensibilità sul mare, una compromissione fortissima dell’autore. 

          D. I tuoi libri sono diversi tra loro , e questa è una qualità che io apprezzo in chi scrive. Quali sono le storie che ancora non ci hai raccontato? Di cosa ti piace di più scrivere?

          Ho sempre desiderato scrivere un romanzo di fantascienza, poi chissà forse anche un romanzo sull’adolescenza, e magari un romanzo erotico, o una storia surreale. 

          Io sto sperimentando, e la via è ancora lunghissima. 

          Non amo chi sa fare una cosa e la fa identica per sempre. 

          Trovo che i lettori dovrebbero punire questo atteggiamento disertando la lettura di chi scrive sempre lo stesso romanzo. L’ho già letto, perché lo riscrivi?

          D. Quando scrivi? in navigazione? Il mare ti suggerisce le parole ? Quali le tue fonti di ispirazione?

          In mare è completamente impossibile scrivere.

          È come quando adori una donna, non puoi goderti il panorama, hai occhi solo per lei. oltre al fatto che per scrivere io ho bisogno della mia biblioteca, della connessione internet, di silenzio totale, di quiete, di solitudine, tutte cose difficilmente attuabili e reperibili in navigazione. 

          Quando si adora mangiare un piatto di gamberi rossi crudi, è molto difficile dedicarsi a un romanzo che ci sta appassionando molto. Una delle due cose va fatta in un secondo momento, con religiosa concentrazione. 

          Non mi piace chi ama tanto qualcosa e ci si dedica in modo distratto.


            D. Scrittore , ma anche scultore , artista. Presentaci anche questo Simone . Non sarà che la libertà venga dal saper fare con passione e con il cuore ?

            La libertà è un cammino interiore che libera facoltà e talenti. 

            Io assemblo e scolpisco con periodicità materiali trovati in mare e oggetti da lavoro dell’entroterra marino. 

            Mi piace molto ciò che è stato usato, ciò che è rotto, ciò che è stato abbandonato.

            Sono molto vicino, in questo, alla filosofia del Wabi Sabi giapponese. 

            Casa mia, il “Fienile dell’Anima” è una grande creazione Wabi-Sabi. 

            Sono stato in giappone quasi tre mesi, nel 1986, e credo che mi abbia impresso alcune cose nella sensibilità. 

            Ciò che è nuovo, di solito, mi è indifferente. Amo il recupero, il restauro, il riutilizzo, il cambiamento d’uso, la deviazione, la metafora, il collazionamento, il reimpiego variato di destinazione e modalità, il ritrovamento, la citazione, la memoria, il richiamo in vita, la resurrezione, la riparazione. 

            Sono forme di collegamento con una qualche parte di me che vive in un altrove spazio-temporale, di cui con maggiore libertà a disposizione mi sono riappropriato. 

            Anche io mi sono ri-trovato, se vogliamo, anche di me ho fatto un oggetto Wabi-Sabi
            ADRIATICA – 60×30 – LEGNO VECCHIO, ALLUMINIO, ARDESIA ANTICA, RAME, ACCIAIO



            Ringraziando ancora Simone per questa bellissima chiacchierata e per averci permesso di cominciare al meglio questo nostro nuovo viaggio, vi ricordo che se volete essere ospiti di Un tè con l'autore potete scrivermi a io.clelia@gmail.com.

            Vi aspetto .

            A presto 

            Clelia

            Potete leggere l'intervista anche su latinacorriere.it

            giovedì 6 aprile 2017

            Il libro del mese. Una storia per ragazzi , un libro di poesie , un romanzo.


            Scrivo questo post con un po' di emozione.

            Gli autori dei tre libri di cui vi parlerò saranno ospiti di una mia nuova rubrica : è già tutto pronto. Il logo , il nome della rubrica e la prima intervista al primo autore che vi presenterò.

            Ma non voglio dirvi di più.

            Passiamo invece al primo libro .

            Il gatto dagli occhi d'oro. Autrice Silvana De Mari . E' un libro per ragazzi.

            Ora, non so voi, ma a me piace leggere anche libri destinati ai bambini o agli adolescenti.

            Come Il gatto dagli occhi d'oro  , spesso la letteratura per ragazzi è molto formativa e non solo per loro . Anche per chi si trova ad interagire con queste giovani menti , avendo un ruolo importante , se non fondamentale , nella loro educazione.

            Scrivere un libro per ragazzi , a mio parere, è più difficile di quanto non si creda. C'è pur sempre il rischio di cadere nell'ovvietà. Nei concetti scontati . Nella banalità.

            Vi consiglio Il gatto dagli occhi d'oro , perché è profondo, poetico, delicato , ma anche diretto, adulto e saggio. Affronta argomenti anche spinosi , con leggerezza e fantasia .
            Mi è piaciuto, molto.


            Il secondo libro è , invece , una raccolta di poesie.

            A me piace molto la poesia . Mi piacciono , in modo particolare , quelle poesie che anche con pochissimi versi riescono ad arrivarti nell'anima.

            Mauro Fornaro, l'autore di La fatica di non pensare raccoglie in questo libro moltissimi componimenti ,tutti diversi tra loro . Alcuni sono particolari . Diciamo che non incontrano il mio gusto, ma i concetti sono senz'altro validi . Altri si avvicinano di più al genere che preferisco.

            E' un libro da leggere. Non può essere descritto. Di più non voglio dirvi perché scoprirete questo autore nella nuova rubrica. Tra l'altro attendo che arrivi in libreria il suo ultimo romanzo L'uomo che piangeva da solo.


            Il terzo libro è Un uomo temporaneo di Simone Perotti. L'autore inaugurerà la nuova rubrica

            Il libro l'ho letto e riletto perché  è una mia abitudine. Soprattutto quando un libro mi piace e sento che ha ancora tanto da trasmettermi. Lo poso per un pochino e poi lo riprendo , sicura di essermi lasciata sfuggire un messaggio, un dettaglio. Certa di ritrovare tra le righe un qualcosa di più.

            Un uomo temporaneo siamo forse tutti noi. Noi che ci trasciniamo in esistenze non nostre. Ma che non riusciamo a spezzare catene che ci conferiscono un'illusoria sicurezza. Noi che dobbiamo dare precedenza ai bisogni della nostra famiglia. Alle necessità terra terra senza le quali,però,sembra non si possa andare avanti. Gregorio, il protagonista è la proiezione dei nostri desideri più o meno consci.
            E' l'eroe, l'uomo semplice , che ce la fa . Che riesce là dove noi abbiamo solo tentato di immaginare.
            Un libro assolutamente da leggere.










            E per oggi è tutto.

            Vi abbraccio e ... a prestissimo .

            Clelia

            anche su latinacorriere.it


            lunedì 3 aprile 2017

            Intervista col creativo! Anno Secondo. Sara, un concentrato di dolcezza e creatività.



            Benvenuti al nuovo appuntamento con Intervista col creativo!

            Oggi è mia ospite Sara: con la sua voce dolce e pacata e le sue istruzioni chiare e semplici da seguire ha conquistato il mondo di Youtube e, ne sono certa, conquisterà anche tutti voi.

            Sara nel cassetto tiene le stoffe, come noi teniamo i sogni . Perché i tessuti sono i suoi sogni: un desiderio che ha coltivato fin da bambina, a volte tenendolo nascosto . quasi dovesse vergognarsene .

            Finché non ha deciso di dare ascolto al suo cuore e di tirare fuori le stoffe dal cassetto e fare entrare anche noi nel suo sogno.

            Conosciamola meglio.

            D. Ciao Sara, benvenuta ad Intervista col creativo!  Ci racconti qualcosa di te?

            Ciao Clelia e un saluto a tutti i lettori del tuo blog. Vivo a Rimini, ho 38 anni e nutro un grande amore per il cucito nato da bambina, quando per ore assistevo affascinata ai movimenti di mia madre intenta a modellare, tagliare e cucire i tessuti. 


            E’ stata proprio lei infatti a trasmettermi la gioia di tenere per le mani ago e filo.

            Quando non cucio, mi piace leggere, ascoltare musica, visitare città e mostre d’arte, passeggiare nella natura, stare in famiglia e con gli amici, coccolare il mio gatto Platone.



            D. Per Sara quanto è importante essere creativa e perché?

            Direi che è talmente importante da essere vitale, nel senso che non riuscirei proprio ad immaginare di vivere senza la creatività. 

            Per me è un mezzo per esprimere e dare forma alle immagini che ho in testa e alle sensazioni del mio cuore.

            D. "Stoffe nel cassetto", il nome del tuo fantastico canale su YouTube, fa venire in mente i più tradizionali sogni nel cassetto: tra i tuoi desideri e sogni ci sono dunque le stoffe e il cucito? La tua è solo una passione ricreativa o anche un lavoro?



            Grazie per questa domanda Clelia, perché hai colto perfettamente il gioco di parole a cui ho pensato nello scegliere il nome. 

            É proprio così: le stoffe ed il cucito sono sempre stati il mio “sogno nel cassetto”, nel senso che una parte di me ha sempre sperato di poter fare di questa mia passione un mestiere. 

            Per anni ho lavorato come bibliotecaria fino a che recentemente, per la crisi economica, ho perso il lavoro. 

            Seppur all’inizio il licenziamento sia stato una grossa batosta, ho poi capito che invece poteva essere l’opportunità di tradurre in realtà il mio sogno. 

            Così, da qualche tempo, “Stoffe nel cassetto” non è più solo un canale YouTube ma è diventato un piccolo brand di accessori e articoli in stoffa handmade.

            D. La tua casa sarà piena di tessuti di ogni tipo: cosa ti conquista di questo materiale e quali emozioni riesce a suscitare in te il contatto con un bel tessuto e la realizzazione di un lavoro?

            Amo i tessuti proprio per la loro capacità di trasmettermi emozioni coinvolgendo contemporaneamente vista e tatto.

            Attraverso la visione di un colore o di una fantasia e tramite la sensazione che la struttura di una stoffa mi lascia al passaggio della mano, riesco ad immaginare cosa potrebbe diventare, per cosa mi piacerebbe utilizzarla. 

            Si genera un collegamento immediato tra ciò che provo nel vedere e sentire il materiale e ciò che credo possa diventare attraverso il cucito: questo collegamento mentale non smetterà mai di sembrarmi un bellissimo gioco di magia.

            D. Perché aprire un canale YouTube per condividere tutorial? Quali le motivazioni che ti hanno spinta a decidere

            di intraprendere questa avventura?

            Quando ho aperto il canale su YouTube pensavo semplicemente che potesse essere un modo per condividere il mio amore per il cucito con altre appassionate e quindi che fosse sufficiente mostrare le mie realizzazioni per ricevere pareri, scambi di opinioni, suggerimenti. 

            Sono state le persone che mi seguivano a farmi presto capire che quello che più desideravano vedere erano dei tutorials per imparare a realizzare dei progetti di cucito. 

            Sinceramente temevo di non esserne capace, perché sono convinta che nel cucito, come in tutto il resto, non sempre il saper fare corrisponda al saper insegnare. 

            Inoltre sono consapevole dei miei limiti: sono un’autodidatta e non possiedo titoli di sarta, né di modellista, né tantomeno di maestra.

            Così ho tentato timidamente pubblicandone alcuni e per fortuna hanno trovato un buon riscontro. 

            Mi viene detto che riesco a trasmettere quello che so in maniera chiara e precisa: essere apprezzata per questo è per me fonte di grande soddisfazione.

            D. Dopo tanto tempo che si cura un canale o un blog viene ad instaurarsi un vero e proprio rapporto con i lettori e i followers: in qualche modo questo condiziona la tua vita? 

            Le persone che mi seguono sono le vere protagoniste del canale che, senza di loro, non avrebbe ragione d’essere. 

            Con alcune sono nate delle vere e proprie “amicizie virtuali” e, in generale, si è creato con tutte le affezionate un rapporto di scambio molto bello e arricchente. 

            Ci tengo molto a rispondere a tutti i commenti e, ove possibile, a
            soddisfare le richieste e cogliere le proposte riguardanti i video. 

            In un certo senso, mi sento responsabile nei loro confronti perché mi donano fiducia, affetto e sostegno contribuendo tantissimo alla crescita del canale: questo comporta il dover investire impegno e cura in quel che pubblico e lavorare sodo per migliorarmi sempre.

            D. La prima cosa che fai per te stessa ogni giorno.

            Mi coccolo con una buona colazione.

            D. Ho visto che hai un bellissimo gatto, un po' la mascotte del tuo canale. I gatti sono animali splendidi, ci parli del tuo rapporto con lui?

            Adoro i gatti e sette anni fa Platone è entrato per caso a far parte della mia vita, rendendola molto più bella e felice. 

            È un gatto estremamente affettuoso ed ha instaurato con me un rapporto quasi simbiotico. 

            Dolce e buffo al tempo stesso, ha contribuito in maniera fondamentale a dare un’anima alla casa. 

            Considero la presenza di un animale domestico un privilegio e una grande lezione di vita. 

            Gli animali ci insegnano a dare importanza alla ritualità dei gesti, alla preziosità del tempo e delle piccole cose quotidiane. Inoltre, sono lì a ricordarci che noi uomini non siamo i padroni di nulla: il Pianeta di cui siamo ospiti va condiviso e gestito nel rispetto delle altre specie. 

            La natura non è una nostra proprietà, bensì una madre comune che possiamo solo amare se vogliamo salvarci e stare bene.

            D. Le persone creative, secondo te, hanno una sensibilità diversa?

            Credo di sì. Credo si possa parlare di una “intelligenza creativa”, cioè di una capacità mentale che consente di vedere il mondo e di affrontare ogni situazione che la vita pone davanti trovando delle soluzioni creative, che spesso sono quelle meno ovvie e comunemente pensate, ma certamente le più rispettose del nostro intimo sentire.

            D. La tua stagione preferita e perché.

            Amo le mezze stagioni, ovvero autunno e primavera, per i loro colori e profumi e perché portano in sé l’idea di un cambiamento, di una trasformazione in atto, della possibilità di rinnovarsi sempre e ritrovarsi ogni volta, finché ci sarà vita.


            Il tutorial di Sara

            Asciugamani decorati con la stoffa


            Materiale occorrente:

            2 asciugamani di spugna (viso + ospite)
            2 rettangoli di tessuto di cotone
            Forbici per il taglio della stoffa
            Metro da sarta, spilli, gessetto, filo in tinta.
            Macchina da cucire
            Ferro da stiro

            Come si fa :

            Ritagliamo due rettangoli di stoffa: un rettangolo dovrà essere largo quanto l’asciugamano viso + 2 cm per i margini di cucitura e l’altro largo quanto l’asciugamano ospite + 2 cm per i margini di cucitura. 

            Per quanto riguarda l’altezza, potete sceglierla a vostro piacere ricordandovi di aggiungere sempre 2 cm per i margini di cucitura. 

            Indicativamente, io ho scelto un’altezza di 18 cm con margini di cucitura compresi. 



            Con l’aiuto del ferro da stiro, ripieghiamo 1 cm per ogni lato. 


            Fissiamo con gli spilli il rettangolo a ciascun asciugamano, lasciando alcuni centimetri dal bordo 


            Cuciamo a macchina a punto dritto lungo il perimetro del rettangolo 


            Ecco pronti i nostri asciugamani personalizzati e unici grazie a questa decorazione in tessuto semplicissima e d’effetto.



            E qui termina l'incontro con la nostra amica Sara.

            Io vi lascio e vi do appuntamento a prestissimo.

            Un abbraccio

            Clelia

            Intervista pubblicata anche su latinacorriere.it