Elenco , come al solito , i link relativi ai capitoli precedenti .
CAPITOLO PRIMO
CAPITOLO SECONDO
CAPITOLO TERZO
CAPITOLO QUARTO
CAPITOLO QUINTO
E ora vi lascio alla lettura.
Ci ritroveremo tra qualche giorno: mi prendo solo una piccola pausa.
Capitolo Sesto
Anna trovò Claudia intenta
a salutare un cliente giunto ormai al termine della sua vacanza.
La raggiunse dietro il
bancone della reception in cerca della chiave della lavanderia.
“Ti stavo giusto
aspettando”
“Dimmi...”
“C'è da sistemare la
“Tulipano” che si è appena liberata”
Tutte le stanze avevano il
nome di un fiore : Mimosa,Lavanda , Rosa e Tulipano appunto.
D'altro canto l'intera
struttura si chiamava Fiore come
la sua proprietaria.
“Tranquilla
, lo faccio subito...” La voce di Anna arrivò soffocata: china su
un cassetto annaspava tra più mucchi di chiavi legate con spago
colorato. Non c'era verso di evitarlo: continuava a perdere quella
stupida chiave!
“Qualcosa
non va?” aggiunse poi .
Claudia
era evidentemente strana quella mattina: gli occhi segnati di chi non
ha dormito molto.
La donna
non rispose, si limitò a farle un sorriso stentato e uscì in
giardino.
Forse
era solo un giorno no, pensò Anna mentre arrancava per le scale con
la cesta colma di biancheria .
Claudia
uscì in giardino e raggiunse la panchina sotto la grande quercia.
Restò qualche minuto lì , seduta a fissare il vuoto.
Poi lo
sguardo si posò sul casale.
I
clienti erano già tutti svegli: le persiane delle finestre erano
aperte e il sole entrava generoso a dare il suo buongiorno.
Vide il
signor Berardi affacciarsi, ancora in pigiama. Era uno dei suoi
clienti più affezionati: prenotava una decina di giorni almeno tre
volte l'anno, fermando la stanza già mesi e mesi prima.
Amava la
tranquillità di quei luoghi : era uno psicologo e forse sentiva il
bisogno di isolarsi dall'ingombrante fardello lasciato dai problemi
dei suoi pazienti.
Taciturno
e solitario era solito fissare la gente, come se la stesse studiando
. Abitudine che certo non contribuiva ad attirargli le simpatie
altrui.
A
Claudia faceva tenerezza , così solo e silenzioso , sembrava
vulnerabile più dei suoi stessi pazienti.
Rigirò
tra le mani il taccuino che era stato di Marco.
Si
chiese se non sarebbe stato meglio lasciarlo lì, dove lo aveva
trovato.
Ma non
aveva saputo resistere alla tentazione e alla fine della festa,
quando il silenzio era tornato a regalare la sua pace, era salita
fino allo studio.
Ad
incuriosirla era il fatto che fosse stato nascosto nel cassetto
dell'armadio anziché conservato insieme a tutti gli altri quaderni ,
nel baule dietro la testata del letto.
Un
banale particolare che però lasciò Claudia perplessa: quando vivi
accanto ad un uomo tanto abitudinario , tutto può sembrarti strano ,
se non rientra nei soliti canoni.
Per
giorni lo aveva tenuto sul comodino . Fino alla sera prima.
Ne aveva
accarezzato la copertina un po' consumata negli angoli . Aveva
sentito il profumo di Marco arrivarle alle narici e il cuore
stringersi nel petto: sentiva ancora molto la sua mancanza.
Nonostante fosse trascorso un anno dalla sua morte.
Un anno
durante il quale si era aggrappata al lavoro come fosse l'unica
ancora di salvezza. Il solo mezzo per colmare il grande vuoto che
sentiva dentro.
Aveva
sposato Marco senza amarlo. Almeno lei non lo amava quanto lui. La
perdita del bambino, subito dopo il parto, aveva messo a dura prova
la loro fragile relazione.
Nonostante
tutto però quell'insolito legame era cresciuto negli anni ,
nutrendosi di rispetto, di stima , di affetto profondo e di amicizia.
La differenza di età non era mai stata un problema e , anzi, con il
tempo , era diventata il collante giusto per quella storia d'amore
che aveva conosciuto forse poca passione , ma che era evoluta in un
rapporto maturo , romantico , e appagante per entrambi.
Poi la
malattia. Un colpo duro. Che li aveva uniti ancora di più. E che
aveva rapidamente consumato i loro ultimi giorni insieme.
Ora quel
quaderno ,smuoveva cumuli di sabbia abbandonati sul fondo di un mare
di ricordi che avrebbe forse preferito dimenticare per sempre.
Sulla
prima pagina , come era consuetudine per Marco, solo quello che
sarebbe stato il titolo del suo lavoro.
La casa viola
Claudia passò un dito sulla scritta , come volesse percepire
emozioni , presagi , pensieri , da quelle poche parole scritte....
quindi voltò pagina, preparandosi a leggere quanto seguiva...
Capitolo
1
Alessandro
Claudia
lesse ancora una volta il nome sul modulo di prenotazione della
camera:
Alessandro Palmieri.....
Alessandro Palmieri.....
Ci volle
l'intera notte ma Claudia lesse tutto di un fiato il contenuto del
quaderno.
Ora lì ,
all'ombra delle grande quercia non riusciva a trovar scampo dalle mille domande che le affollavano la testa.
Perché mai
Marco avrebbe dovuto scrivere un racconto con protagonisti lei ed
Alessandro?
Perché poi
non gliene aveva parlato?
Perché
aveva nascosto il taccuino?
Nessuna
delle risposte che le vennero alla mente sembravano avere un senso
logico.
Forse era
stato solo un gioco . Un tentativo come tanti di inventare una
storia.
Forse ,non
soddisfatto del risultato, aveva nascosto il quaderno affinché
nessuno lo leggesse.
Forse....
Claudia
pensò che avrebbe potuto trovare risposta a tutte le sue domande se
solo avesse provato a cercare quel biglietto.
Quello che
Marco aveva nascosto nella giacca blu che a lei piaceva tanto.
Proprio
come era scritto nel quaderno.
Forse
quella era la chiave.
Forse lì
avrebbe trovato le risposte.
Poi sorrise
tra sé , imbarazzata per avere anche solo immaginato che il racconto
potesse essere una sorta di caccia al tesoro postuma.
Richiuse il
taccuino e se lo infilò in tasca.
Canticchiando
la vecchia canzone di quando era bambina , rientrò in casa : voleva
cambiarsi per la sua solita corsa mattutina, non prima di aver
sfamato però il povero Baffo che da qualche minuto la guardava
curioso , sicuramente chiedendosi il perché di tale ritardo.
Quella
mattina avrebbe dovuto essere in città almeno un'ora prima del
solito : un appuntamento dell'ultimo minuto aveva scombinato parte
dei suoi piani. Sicuramente avrebbe trovato molto traffico , per cui
aveva deciso di anticipare la sua partenza.
Aprì
cautamente la porta della stanza di Greta. Non voleva rischiare di
svegliarla .
La vide
addormentata abbracciata alla sua bambola preferita. Ai piedi del
letto Luna.
Alessandro
ebbe voglia di cacciarla via : non voleva che passasse il suo tempo
in casa , figuriamoci sul letto della bambina. Luna sollevò poco la
testa e lo guardò , iniziando a muovere la coda per salutarlo .
L'uomo si
portò un dito sulle labbra e Luna parve comprendere che non doveva
far rumore : si accovacciò di nuovo , tra le gambe di Greta , che si
voltò su di un fianco, continuando ad abbracciare la sua bambola.
Prima di
salire in macchina, Alessandro si voltò verso il canale . Il
sentiero era ancora deserto a quell'ora . Una nebbiolina leggera
avvolgeva la campagna tutt'intorno.
Fu allora
che la vide , stentò solo un attimo a riconoscerla. L'emozione lo
assalì e fu quasi sul punto di sbracciarsi per salutarla.
Quello
però non era il momento giusto. Non ancora. Doveva avere pazienza.
Claudia si
avvicinava rapidamente. Non poté fare altro che salire in macchina e
sperare che lei non lo avesse visto.
Arrivata
nei pressi della casa la donna effettivamente rallentò. Nell'auto,
con i vetri che si appannavano lentamente , Alessandro trattenne il
respiro: la vide guardare nella sua direzione , quasi gli sembrò che
lo avesse visto. Poi il passo di Claudia riprese più veloce e ,
vedendola allontanarsi in direzione del lago , ricominciò a
respirare.
All rights reserved
Puoi leggerlo anche su latinacorriere.it
Ma è sempre più interessante e ricco di suspance cara Clelia! Scrivi veramente bene!
RispondiEliminaAspetto il seguito con curiosità!
Un abbraccione
Maria
Grazie Maria,
Eliminaalla fine di tanta attesa spero di non deludere le vostre aspettative :-)
Un bacione e mille grazie per il fatto che continui a leggermi
A presto
Clelia
Bellissimo, sempre più intrigante!!!!! Aspetto il prossimo capitolo e non vedo l'ora di leggerlo poi tutto da capo e tutto d'un fiato.
RispondiEliminaScrivi benissimo Clelia, complimenti.
un abbraccio grande grande
Certo leggere a spezzoni forse non è il massimo , ma è un buon modo per restare in attesa degli eventi :-)
EliminaPoi rileggerlo tutto di fila sarà senz'altra molto meglio.
Grazie per i complimenti ...un bacione
Clelia
Bello bello bello!
RispondiEliminaQuanti segreti e quanta maestria nel tenerci in sospeso
Brava!
Sei molto cara Pat,
Eliminaio ammetto che tutto questo è un esperimento per me e voi, con il vostro sostegno , mi state dando davvero una grande carica.
Grazie di cuore
un abbraccio
Clelia
sempre più bello letto sempre d un fiato bravissima ciao aspetto il seguito baci Laura a presto!
RispondiEliminaGrazie Laura , e il seguito arriverà presto presto , te lo prometto :-)
EliminaBe' buon riposo, tornerai più carica che mai, con questo racconto, già lo immagino ;)
RispondiEliminaCiao Elle,
Eliminadiciamo che ogni tanto uno stacco ci vuole .
certo non pensavo che scrivendo una storia i personaggi potessero rimanerti letteralmente "attaccati" addosso . Non riesci a liberarti di loro , ti sono sempre di fianco , di giorno e di notte, pronti a suggerirti le prossime battute.
Un grande abbraccio
Clelia
Hai perfettamente ragione! Diventano di famiglia ;)
EliminaSempre piu intrigante 😉
RispondiEliminaGrazie Simona,
Eliminaun abbraccio
Clelia
ma che sei un mito te l'ho già detto? Bravissima Clelia! sempre più suspance...
RispondiEliminaBuona pausa e ci vediamo al settimo... un bacione ♥
Cara Sinide sei esageratamente generosa :-)
EliminaMa non è un rimprovero , anzi , è un grazie !
Non sai la forza che mi date , voi tutti!
Un bacione
Clelia